Colle aperto, a spasso nel tempo
sotto l’antica «Torre della fame»

Storylab con questa foto d’epoca ci porta in Città Alta, in Colle aperto, tra la quiete della città di una volta e una torre dal nome inquietante: «Torre della fame».

Questa foto condivisa da Giuliano Rizzi su Storylab.it ci porta in Colle aperto. Lo scatto, senza data, mostra la quiete di questa zona di Città Alta nei decenni scorsi, quando ancora non erano «esplosi» il traffico e gli arrivi dei turisti. Nell’immagine si vede soltanto un gruppetto di persone che guarda in direzione del fotografo, mentre la strada è praticamente deserta: quasi non sembra di essere in città, ma in un piccolo e tranquillo borgo di provincia. L’imponenza della torre medievale sullo sfondo, però, indica che siamo in un luogo importante. L’edificio a pochi passi dall’ingresso di piazza della Cittadella è la Torre di Adalberto, conosciuta anche come la «Torre della fame», costruita stra i secoli X e XIII. Deve il suo nome ad Adalberto, vescovo di Bergamo dall’888, che dal 895 in poi avviò un’opera di ricostruzione degli edifici distrutti da re Arnolfo di Carinzia in seguito alla conquista della città. Tra questi, anche la torre in questione. La torre fu utilizzata come prigione e, all’epoca della Serenissima, divenne in particolare il luogo di detenzione degli evasori fiscali, guadagnandosi il nome di «Torre della fame».

Ecco il confronto tra ieri e oggi con lo scatto del nostro Beppe Bedolis.

© RIPRODUZIONE RISERVATA