Sant’Agostino e il prato della Fara: storia e bellezza senza tempo

Con Storylab torniamo in Città Alta, alla Fara, davanti al complesso di Sant’Agostino.

Torniamo indietro di oltre un secolo con questo scatto, online su Storylab.it, del complesso di Sant’Agostino. La foto, pubblicata da Roberto Brugali e tratta dalla Raccolta Gaffuri, ci mostra l’antico complesso che, ieri come oggi, attira gli sguardi e rende ancora più suggestivo questo angolo nella parte orientale di Città Alta. Davanti si vedono alcune persone, c’è chi è seduto sul prato e chi siede su un calesse: un’atmosfera rilassata che fa pensare alle passeggiate primaverili di cui questo luogo è meta privilegiata anche oggi (restrizioni permettendo). Il complesso di Sant’Agostino è antichissimo: fu fondato intorno al 1290 e nel corso dei secoli divenne un importante centro di studi, religiosi e culturali. Una vocazione culturale che è proseguita fino a oggi: il monastero è una delle sedi dell’Università di Bergamo l’ex chiesa è diventata l’Aula Magna.

Di fronte alla ex chiesa c’è il prato della Fara, altro luogo simbolo di Città Alta e meta di passeggiate all’aria aperta. Anche qui è passata la storia: come vi abbiamo raccontato anche in questo articolo (con foto) qualche tempo fa, il prato non è sempre stato come lo vediamo oggi, in passato infatti c’era un’enorme buca conosciuta come il «foppone» (in dialetto «fupù») della Fara. Il foppone fu ricoperto dagli anni Trenta in poi, con le macerie delle case demolite in Città Alta nel piano di risanamento avviato dall’ingegner Luigi Angelini.

Qui sotto il confronto tra l’immagine d’epoca e uno scatto del 2021 realizzato dal nostro Beppe Bedolis.

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