Aree marine protette mitigano le ondate di calore per i pesci

(ANSA) - PISA, 11 MAR - Le aree marine protette non solo, se ben gestite e con opportuna sorveglianza, hanno effetti positivi sulla fauna marina eliminando o riducendo gli effetti diretti della pesca ma sono anche in grado di mitigare l'impatto delle ondate di calore. E' quanto dimostrato da uno studio coordinato dall'Università di Pisa e pubblicato su Nature Communications.

La ricerca ha riguardato 2269 specie di pesci costieri che vivono in 357 siti interni alle aree marine protette e in 747 siti esterni. I dati provengono da oltre 70mila osservazioni ottenute su intervalli temporali che vanno da un minimo di 5 a un massimo di 28 anni. Le aree marine protette studiate sono nel Mediterraneo, soprattutto in prossimità delle coste spagnole, in Australia, California e Indopacifico.

"Le proiezioni - spiega Lisandro Benedetti Cecchi, primo autore dell'articolo - suggeriscono che i cambiamenti nel clima oceanico, di cui le ondate di calore sono espressione, si acutizzeranno nei prossimi decenni e che gli attuali tassi di riscaldamento supereranno presto il margine di sicurezza termica di molte specie. Maggiore è l'allarme per il Mediterraneo, che si sta riscaldando a un ritmo di tre volte quello dell'oceano globale". A subire le conseguenze delle ondate di calore, si evidenzia, "è la stabilità dell'intero ecosistema e delle popolazioni, con i pesci erbivori che tendono ad aumentare e i carnivori, come squali, barracuda, cernie o dentici, che invece sono più minacciati. Il risultato può essere il collasso dell'intero sistema sino all'estinzione locale di alcune specie.

Questi effetti sono però molto mitigati dalle aree marine protette" dove "le popolazioni di pesci sono più abbondanti e funzionalmente strutturate rispetto alle aree non protette, conferendo stabilità alle comunità anche in presenza di eventi climatici estremi". (ANSA).

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