Elettricità e gas, Eurostat: “Mercati Ue sempre più aperti”

Quotidiano Energia - I mercati europei dell’elettricità e del gas sono sempre più aperti, con l’Italia tra i Paesi che hanno visto il maggiore sviluppo della concorrenza. E’ quanto emerge dall’ultimo rapporto Eurostat , che prende in considerazione il periodo tra il 2013 e il 2021.

Per quanto riguarda l’elettricità, nel 2021 la quota di mercato del maggiore produttore raggiungeva livelli vicini al monopolio solo a Cipro (88%), Francia (79%) e Croazia (76%), mentre in tre Stati Ue non superava il 17%: Italia, Polonia e Lituania.

Nel 2021, la quota di mercato del maggiore generatore risultava scesa rispetto al 2013 nella gran parte dei Paesi, con incrementi solo in Ungheria (dal 53 al 63%), Romania (dal 27 al 30%) e Spagna (dal 22 al 24%). In Italia la quota si è ridotta nel periodo dal 27 al 17%, in Germania dal 32 al 26% e in Francia dall’84 al 79%.

L’Italia è al primo posto nella Ue per numero di società di generazione: 860 nel 2021, rispetto alle 493 del 2013. La crescita maggiore nel periodo si è avuta in Spagna, dove i produttori elettrici sono passati da 10 a 72, mentre in Francia sono rimasti a quota 5.

Le grandi società di generazione (che producono almeno il 5% del totale nazionale) sono scese in Italia tra il 2013 e il 2021 da 4 a 3.

Lato retail, la Penisola si posiziona al secondo posto con 800 società nel 2021 (da 472 nel 2013), dietro alla sola Germania (1.423 società di vendita, contro le 1.177 di 8 anni prima). La crescita è stata meno marcata in Spagna (da 225 a 397 nel periodo) e in Francia (da 164 a 177).

Nel 2021 i retailer italiani con oltre il 5% del mercato nazionale erano 4 (raddoppiati nel confronto con il 2013), un numero simile alla media Ue (al primo posto l’Austria con 7, all’ultimo Malta e Cipro con 1).

Un andamento analogo si registra nel mercato del gas, dove tra il 2013 e il 2021 la quota di mercato del principale produttore e importatore nazionale è diminuita in 14 Stati membri Ue. Nel 2021 la quota era ancora del 100% in Estonia, Malta e Svezia, dell’88% in Polonia e dell’81% in Slovacchia, ma in calo negli 8 anni considerati in quasi tutti gli altri Paesi: in Italia dal 53 al 48%, in Francia dal 61 al 58%. I livelli più bassi si registrano in Irlanda (22%) e Cechia (23%).

Si è parallelamente riscontrata una tendenza all’aumento del numero delle società che producono e importano gas in ciascun Paese, con l’Italia passata dalle 3 del 2013 a 5 nel 2021.

Anche nel retail del gas l’Italia era nel 2021 al secondo posto per numero di società di vendita (697 contro le 330 del 2013), sempre dietro alla Germania (979 vs 825).

Nella Ue i retailer del gas con una quota di mercato superiore al 5% sono rimasti sostanzialmente stabili negli 8 anni considerati (in Italia 4). Tra il 2013 e il 2021 è però scesa quasi ovunque la quota di mercato del principale retailer, che in Italia si è ridotta dal 26 al 17%.

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