Greenpeace, l'Italia ratifichi il trattato Onu sugli oceani

(ANSA) - ROMA, 04 MAR - A un anno di distanza "dallo storico accordo delle Nazioni Unite per la protezione degli oceani, soltanto due Paesi lo hanno ratificato, Cile e Palau: si tratta di un grave ritardo perché per entrare in vigore il Trattato deve essere ratificato da almeno 60 degli 87 Paesi firmatari".

Lo afferma Greenpeace in una nota in cui si auspica che "l'Italia segua subito il buon esempio con una rapida ratifica per creare una rete efficace di aree marine anche nel Mediterraneo".

"Questo trattato - spiega Giuseppe Ungherese, responsabile campagna Inquinamento di Greenpeace Italia - è una vittoria per la vita degli oceani, ma ora tutti i Paesi che l'hanno sottoscritto, Italia inclusa, devono procedere con urgenza alla ratifica e iniziare a creare una rete efficace di santuari marini anche nelle loro acque territoriali e Zone Economiche Esclusive".

Cile e Palau "hanno inviato un segnale forte al mondo intero, sostenendo le politiche per proteggere gli oceani e la vita che li abita" osserva Ungherese.

Il Trattato Onu sugli Oceani, spiega Greenpeace nella nota, "è considerato l'accordo ambientale multilaterale più rilevante dopo l'accordo di Parigi sul clima del 2015. Una volta ratificato ed entrato in vigore, il Trattato contribuirà notevolmente a migliorare la salute e la resilienza degli oceani. L'Italia, come tutti gli Stati membri dell'Unione Europea, si è impegnata a ratificare il Trattato prima della conferenza Onu sugli oceani che si terrà a Nizza (Francia) nel giugno 2025".

Greenpeace Italia ha lanciato una petizione per chiedere al governo italiano di ratificarlo rapidamente per consentire la creazione di nuovi santuari marini nel Mediterraneo. (ANSA).

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