La storia di Alex
e della sua prigione

Amici, scrivere in generale sul mondo felino a prescindere dal mondo felino ospite nel nostro gattile Enpa è impresa ardua! È un po' come parlare di una dimensione spazio-temporale ideale, di una esperienza virtuosa, quando in realtà ci dobbiamo confrontare con problematiche, negatività e difficoltà che spesso ci si ritorcono contro, e sofferenze da parte degli amici gatti che talvolta sfociano nella loro morte.

Amici, scrivere in generale sul mondo felino a prescindere dal mondo felino ospite nel nostro gattile Enpa è impresa ardua! È un po' come parlare di una dimensione spazio-temporale ideale, di una esperienza virtuosa, quando in realtà ci dobbiamo confrontare con problematiche, negatività e difficoltà che spesso ci si ritorcono contro, e sofferenze da parte degli amici gatti che talvolta sfociano nella loro morte.

Ne salviamo tanti, ma basta che ne muoia uno per lasciarci un grande sconforto dentro il cuore. Vi racconto due recentissimi episodi, scelti tra quelli che quotidianamente si verificano, molto diversi uno dall'altro.

Il primo riguarda un anziano gatto maschio che ha vissuto sino ad oggi su un tetto nel cuore cittadino, probabilmente ultimo superstite di una colonia felina vecchio stile. Non dovete immaginarvi la situazione edulcorata e sognante dei randagi che soccorrono Duchessa ne «Gli aristogatti», ma una realtà molto diversa, nella quale le vite sono state difficili e spesso brevi, all'insegna della scarsità di cibo, acqua e riparo.

La colonia da cui proviene il nostro «eroe», che chiameremo Alex, era nutrita da una coppia di anziani, alla cui dipartita, avvenuta qualche anno fa, non si sa come il nostro Alex abbia potuto sopravvivere. Forse per qualche boccone pietoso buttato sul tetto, dal quale non era mai sceso in tanti anni. Ebbene, oggi Alex è arrivato in gattile. Era caduto su un terrazzino sottostante, grande come un tavolo, dal quale non poteva saltare né su né giù, dato l'ormai definitivo esaurimento delle sue forze.

Alex, in quegli anni di confino, ha sviluppato sicuramente una sorta di equilibrio psicofisico che gli ha permesso di sopravvivere in condizioni decisamente avverse, altrimenti sarebbe già partito per un'altra misteriosa dimensione come i suoi fratelli.

È giunto ora al capolinea? O era già giunto al capolinea, magro, disidratato, con enormi ciocche di pelo rappreso sul corpo, che gli tiravano la pelle? È comunque un traguardo! È il traguardo del gattile ENPA, dove ha trovato buon cibo, acqua, ombra, copertine morbide, che segnerà il passaggio da un'esistenza di stenti ad una vita protetta e dignitosa, oppure, lui, Alex, sceglierà un'altra meta, finalmente libero di andare verso la luce, lontano da tutte le costrizioni del passato?

E che dire di coloro che lo hanno lasciato languire distrattamente su quel tetto/prigione per anni, lavandosi la coscienza con qualche bocconcino? Ci hanno chiamati solo perché Alex, dal terrazzino, disperato, ha miagolato tutta la notte. Forse, se non avesse turbato il sonno con i suoi lamenti, avrebbe potuto sparire agli occhi di tutti e non essere mai esistito.

Il secondo racconto è completamente diverso. Leo (nome d'arte per evitare espliciti riferimenti) è arrivato al gattile perché il piccolo di casa soffre di allergia. Leo ha otto anni, è un bel gattone fiducioso e tranquillo; sembra, per ora, non soffrire di depressione da abbandono. Forse non si ammalerà, come purtroppo capita spesso ai suoi "fratelli" che dalle case precipitano in gattile, a causa dello stress che abbassa le difese immunitarie. Speriamo che Leo possa percorrere indenne questa incognita parte della sua esistenza, fino ad una nuova e definitiva collocazione, e nel frattempo che l'amore che ha ricevuto finora gli dia la forza per superare le avversità.

Queste le due storie. A noi del gattile ENPA restano i cocci di vite spezzate da raccogliere, con difficoltà, impegno e fatica, mettendo in conto tanto i successi quanto i fallimenti.
Alla prossima.

Tiziana Antico

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