Fame/ Appello della Fao: servono 44 miliardi di dollari

Fame/ Appello della Fao: servono 44 miliardi di dollari Verso summit, giornata di sciopero della fame e petizione online

Roma, 12 nov. (Apcom) - Una giornata di sciopero mondiale contro la fame e una petizione online, per dire basta a una piaga che affligge oltre un miliardo di persone nel mondo. Sono le iniziative con cui il direttore generale della Fao, Jacques Diouf ha gettato le basi per il vertice mondiale sulla sicurezza alimentare che si terrà a Roma la settimana prossima, dal 16 al 18 novembre. Alla prima giornata dei lavori, lunedì mattina, parteciperà anche Benedetto XVI.La ricetta della Fao si riassume nella formula "più risorse per l'agricoltura", con un investimento nel settore rurale e agricolo di circa 44 miliardi di dollari all'anno, ossia quel 17 percento del totale degli Aiuti allo sviluppo (Oda) che negli anni Ottanta consentì all'India e ai Paesi dell'America Latina di risollevarsi dalla crisi alimentare con la 'rivoluzione verde'. Un traguardo lontano, se si pensa che al momento le risorse destinate all'agricoltura si aggirano intorno al 5 percento dell'Oda (erano il 3,6 prima del G8 dell'Aquila).Sconfiggere la fame non è un'utopia, non è un sogno - ha sottolineato il direttore generale della Fao - perché è già successo in passato. Ma pensare di sradicarla in questi tempi di crisi economica senza un rilancio concreto del settore agricolo e rurale è impensabile. Il sostegno ai piccoli agricoltori, che rappresentano 2 miliardi di persone, ovvero un terzo della popolazione mondiale, è la chiave per uscire dalla fame", ha proseguito Diouf.Da qui l'appello ai capi di Stato e di governo: "Si devono rendere conto - ha detto Diouf - che è venuto il momento di un'azione immediata e decisiva per mettere il tema della lotta contro la fame tra le priorità dell'agenda politica globale". La fame, secondo il numero uno della Fao, è infatti una "minaccia alla pace e alla sicurezza mondiale". "Oggi nel mondo ci sono oltre un miliardo di affamati e la fame genera rabbia, che è potenziale fonte di conflitti - ha sostenuto Diouf - Ne sono dimostrazione le tensioni scoppiate di recente in 22 Paesi in via di Sviluppo a causa dell'impennata del costo delle derrate alimentari. Per non parlare dell'immigrazione forzata, che oggi tanto preoccupa i Paesi ricchi".

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