Berlusconi attacca ancora.Colle tace,già detto ciò che si doveva
Roma, 12 dic. (Apcom) - La scena vale come metafora: il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta incrocia il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano alle 'Giornate marconiane' in Campidoglio e, non appena possibile, lo affianca, lo saluta, l'accompagna all'auto intrattenendolo in una breve conversazione. Sono tempi duri per i rapporti tra due Palazzi e un 'mediatore' come Letta lo sa benissimo. Lo scambio di battute, durato una manciata di minuti, avviene dopo una giornata nella quale, a causa delle affermazioni del premier, i rapporti tra Palazzo Chigi e il Quirinale hanno toccato il fondo.
E' Letta a parlare, Napolitano prevalentemente ascolta. Nella difficile giornata di giovedì, dopo le dichiarazioni 'esplosive' di Berlusconi alla riunione del Ppe a Bonn, le 'colombe' di Palazzo Chigi non hanno mancato di fare accreditare l'interpretazione che si trattasse dello sfogo di un premier sottoposto a pressioni di ogni genere. Discorso che, dopo i suoi affondi contro la Consulta e contro lo stesso Capo dello Stato, Berlusconi ha ripreso ieri dicendo di essere lui la vittima. E aggiungendo anche che "in Italia le preoccupazioni ci dovrebbero essere per l'uso politico della giustizia che è il contrario della democrazia e della libertà".
Sulla questione dei rapporti tra politica e giustizia
Napolitano aveva pubblicamente invitato i magistrati a non travalicare le funzioni loro assegnate, rassicurando anche il premier sul fatto che nessuno può rovesciare un governo eletto con la maggioranza dei voti che ha la fiducia delle Camere. E comunque è necessario "far uscire il paese da una contrapposizione politica esasperata".
Quello che è certo è che per quanto Berlusconi possa alzare il
tiro Napolitano, che non è un attore del dibattito politico -
questa è la linea sempre valida del Quirinale - non si farà
tirare nelle polemiche. Ed è anche certo che il discorso per gli
auguri alle alte cariche, previsto per il pomeriggio del 21
dicembre, sarà l'occasione per fare il punto della situazione. Lì Napolitano parlerà. A quell'appuntamento il protocollo prevede che sia presente anche il presidente del Consiglio.