Berlusconi/Avvenire:Scontro distruttivo ferisce democrazia-deboli

Berlusconi/Avvenire:Scontro distruttivo ferisce democrazia-deboli Non conta solo il momento del voto, la politica è mediazione

Roma, 12 dic. (Apcom) - "Ogni scontro distruttivo oggi non è solo contro la democrazia e le sue Istituzioni: è contro i più deboli". E' la dura reprimenda alla vita pubblica italiana dal quotidiano della Conferenza Episcopale Italiana 'Avvenire' che in un editoriale di oggi mette all'indice l'Italia contemporanea, precipitata in uno "scontro politico e istituzionale" senza precedenti. Che "è reale e c'e'" ma che "gli italiani non capiscono". E che viene paragonato alla "lotta fra le Signorie del Cinquecento", con la non lieve differenza che "nell'Italia del Cinquecento la democrazia non era ancora arrivata"."La maggior parte degli italiani - si legge nell'editoriale a firma di Davide Rondoni pubblicato dal giornale dei Vescovi- vede agitarsi ombre confuse e inquietanti e sono sicuro che non capisce. Sente parole importanti mischiate e spappolate volare come stracci: istituzioni, giustizia, mafia, Italia. E sa che non ne viene loro nulla di buono. Politica e vita istituzionale condotte senza senso della mediazione - denuncia infatti Avvenire- fanno vittime soprattutto fra giovani e poveri cristi: le parti più fragili del corpo sociale. A loro lo scontro fra più male che ad altri. Ed è una ferita sorda a cui spesso non hanno la forza di opporsi che subiscono non gridando ma con il silenzio cupo della rassegnazione, un'ira sorda che si manifesta lontano dalla scena politica". Ma "quando c'e' troppo silenzio vuole dire - si legge- che c'è qualcosa che assomiglia al totalitarismo".Ed allora Avvenire ha l'ambizione, con l'editoriale odierno, di "dare voce a quello che gli italiani non dicono: ma a chi serve - è la domanda- questo scontro continuo? Qui non interessa nemmeno troppo stare a vedere chi ha iniziato lo scontro. Ogni parte in causa ha responsabilità a cui non può sottrarsi. Come prevede la democrazia, è al momento del voto che la gente fa un segno e dà un giudizio. Nella vita sociale, però non conta solo il momento in cui la democrazia si esprime. Conta anche quello in cui si rafforza o si indebolisce. E lo scontro permanente può essere forse condizione normale per le Signorie del '500 ma certo non per far crescere una democrazia matura. La politica intesa solo come realizzazione di un disegno di potere - per quanto lo si presuma giusto,efficace o addirittura morale, porta inevitabilmente allo scontro continuo. La politica, invece, è mediazione. Fate dunque le vostre lotte ma fatele - si conclude l'editoriale di Avvenire dedicato alla situazione politioca del nostro Paese- politicamente, cioè costrutticvamente".

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