Wikileaks/ Assange racconta detenzione: in cella con pederasti

Wikileaks/ Assange racconta detenzione: in cella con pederasti "Carcere sovietico, ma detenuti erano dalla mia parte"

Roma, 20 dic. (Apcom) - E' stato trasferito tre volte. In prigione è stato a fianco di gente che ha definito "molto pericolosa": "persone condannate per delitti sessuali, omicidi di bambini". E' venuto a contatto con delinquenti comuni e "pederasti", in un sistema di detenzione "sovietico". Per la prima volta dal giorno del suo rilascio, Julian Assange racconta il periodo trascorso in carcere. Il fondatore di Wikileaks sceglie il quotidiano El Pais, uno degli organi di stampa a cui il suo sito ha girato migliaia di documenti riservati che stanno mettendo a rischio il sistema dei rapporti diplomatici internazionali.Non potevo uscire dalla mia cella, ma molti prigionieri mi passavano messaggi sotto la porta. C'era molta curiosità nei miei confronti", ha affermato. Molti dei detenuti di Wandsworth sono "in attesa di estradizione". "Mi passavano gli atti, anche se consideravano molto pericoloso stare al mio fianco", ha ammesso Assange, che ha conosciuto anche "l'unità di isolamento". E' qui che sono rinchiusi anche i "pederasti, che gridavano tutta la notte i loro crimini".Sono state condizioni di detenzione molto dure, "sovietiche". E "burocratiche". "Per avere l'autorizzazione a una telefonata bisognava compiere un iter che durava un'eternità", ha spiegato il fondatore di Wikileaks. "Ho potuto chiamare solo quattro persone, oltre ai miei avvocati". Ma la maggior parte dei detenuti stava dalla sua parte, ha affermato. Una volta, un agente gli ha passato un bigliettino. C'era scritto: "In questo mondo ho solo due eroi: te e Martin Luther King".

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