Bertone sprona i giovani: Servono leader coraggiosi e credibili

Bertone sprona i giovani: Servono leader coraggiosi e credibili Spendersi per bene comune è ideale affascinante ma servono ideali

Roma, 5 nov. (TMNews) - "Essere dei leaders" coraggiosi e credibili con "un progetto ricco di futuro e di speranza". E l'invito rivolto ai giovani cristiani dal cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, che ha indicato l'esempio concreto del beato argentino Zeffirino Namuncurà inaugurando un monumento sabato 5 novembre, nell'istituto salesiano di Villa Sora a Frascati.Alle nuove generazioni il primo collaboratore del Papa ha chiesto di "sviluppare quei talenti che non di rado sono sopiti dietro la noia di una vita comoda, per godere della gioia e della fantasia che provengono dall'uscire da se stessi con uno slancio generoso verso gli altri". Li ha esortati a "essere amici molto più interessanti e credibili di quelli che consumano le loro menti e le loro giornate senza ideali e fantasia". Infatti, "essere utile alla propria gente è un ideale affascinante per quei giovani e adulti che avvertono il bisogno di spendersi per costruire un mondo fraterno e solidale".Tracciando l'attualità del profilo spirituale di Zeffirino - che lui stesso, in qualità di legato pontificio, ha proclamato beato nel 2007 in Argentina, davanti a oltre centomila persone - il cardinale ha messo in risalto come questo "figlio di una famiglia fiera e generosa della forte tribù degli indios Araucani" riassuma "in sé le sofferenze, le ansie, le aspirazioni" della sua gente, "che proprio durante gli anni della sua fanciullezza" incontrò il Vangelo aprendosi "al dono della fede".Un insegnamento, ha detto il porporato, che è "sempre attuale in un tempo in cui la Chiesa ci invita - soprattutto nel vecchio continente europeo - a vivere con la stessa audacia una stagione di nuova evangelizzazione". Per il cardinale, in conclusione, "la vita di Zeffirino offre alle nuove generazioni coordinate valide per affrontare le sfide attuali del mondo". Egli non aveva dimenticato le sue origini e "l'ideale supremo per lui era di essere utile alla sua gente". Lo faceva con allegria e senza trascurare i suoi "doveri di studio e di pietà", con una fede "radicata robustamente nei sacramenti, in particolare nell'Eucaristia".

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