25 aprile;Napolitano:E' festa in cui tutti possono riconoscersi
Roma, 25 apr. (Apcom) - "Il messaggio della Resistenza vive nella
Costituzione", nei cui valori "possono ben riconoscersi anche
quanti vissero diversamente gli anni '43-'45, quanti ne hanno una
diversa memoria per esperienza personale o per giudizi
acquisiti". Giorgio Napolitano torna
a difendere l'attualità della Costituzione, individua nella
Costituzione il 'luogo' in cui possono incontrarsi coloro che
vissero la Liberazione da punti di vista diversi. Messaggio
raccolto dal ministro della Difesa Ignazio La Russa, che dopo le
polemiche dei giorni scorsi con la distinzione tra partigiani
'buoni e cattivi', riconosce che il 25 aprile "è una ricorrenza
da tutti condivisa", il simbolo di un'Italia che ha saputo
riemergere dalla Seconda guerra mondiale e dare vita a una
stagione di democrazia e pluralità in cui tutti oggi si
riconoscono".
Il Capo dello Stato sottolinea che "il messaggio, l'eredità
spirituale e morale della Resistenza, della lotta per la
liberazione d'Italia vive nella Costituzione, Carta fondante
della Repubblica, pietra angolare del nostro agire comune e della
nostra rinnovata identità nazionale. In essa - ha proseguito -
possono ben riconoscersi anche quanti vissero diversamente gli
anni 1943-45, quanti ne hanno una diversa memoria per esperienza
personale o per giudizi acquisiti". E quegli "ideali e valori"
ancora oggi le Forze armate di oggi "perpetuano e consolidano".
Perchè "la partecipazione di nostri contingenti militari alle
missioni per la pace e la sicurezza internazionale, sotto la
guida delle Nazioni Unite e nell'ambito delle alleanze di cui il
nostro Paese è parte, è coerente con l'aspettativa ideale e la
concreta volontà di costruire un futuro migliore, che ispirarono
le decisioni dei soldati e dei cittadini italiani quando,
all'indomani dell'Armistizio dell'8 settembre 1943, scelsero di
reagire anche mettendo a repentaglio la propria esistenza", dice
Napolitano nel corso dell'incontro con gli esponenti delle
associazioni Combattentistiche e d'Arma.
Parole che il ministro La Russa, presente anch'egli
all'incontro, assicura di "condividere", sottolineando che
"questa cerimonia ha un significato unitario particolare che
contribuisce a fare del 25 aprile una ricorrenza da tutti
condivisa". Anche per il ministro dell'Interno, Roberto Maroni,
il 25 aprile "fu una data incancellabile in cui nacque l'Italia
libera e democratica". Si spinge più in là la fondazione
'Farefuturo', vicina a Gianfranco Fini: "Un'Italia normale?
Forse è arrivato il momento se, anche da destra, soprattutto da
destra, si comincia a pensare, con convinzione, senza
infingimenti, che i partigiani sono stati buoni italiani. Che la
resistenza è stata roba di patrioti. E non di traditori".
Un clima che vede partecipare alle celebrazioni per la
Liberazione anche il premier Silvio Berlusconi, che negli anni
scorsi aveva più volte disertato l'appuntamento. Il presidente
del Consiglio sarà prima all'Altare della Patria, con il
presidente Napolitano e i presidenti di Senato e Camera
Gianfranco Fini e Renato Schifani; poi ad Onna, il paese
abruzzese divenuto il simbolo del 25 aprile 2009. "Il mio
discorso è pronto", fa sapere il Premier. Ad Onna ci saranno
anche il segretario del Pd Dario Franceschini, e il leader
dell'Udc Pier Ferdinando Casini. Ma la presenza del premier non
convince tutti: per Massimo D'Alema è "positiva", anche se è
legittimo avere "dubbi" sull'adesione del premier ai valori della
Costituzione. "Il 25 aprile non è solo una data, ma un
riferimento a un sistema di valori scritti nella prima parte
della Costituzione. E sul fatto che Berlusconi sia coerente con
questi valori ho molti dubbi, direi che spesso non lo è. Ma si
può sperare che lo diventi...", dice l'esponente Pd. Ancora più
duro il Pdci: "Berlusconi, Fini, La Russa e Alemanno celebrano il
25 aprile: sono come il diavolo e l'acqua santa. All'Italia serve
una nuova Liberazione", afferma Jacopo Venier.
Il 25 aprile 2009 è infatti anche quello del primo sindaco di
Roma ex missino: Gianni Alemanno, oltre al passaggio
istituzionale all'Altare della Patria, sarà anche al corteo
dell'Anpi di Porta San Paolo. Al corteo di Milano parteciperanno
invece ancora Franceschini,il leader dell'Italia dei Valori
Antonio Di Pietro, le delegazione di Sinistra e Libertà con Nichi
Vendola e Claudio Fava e quella di Prc con Paolo Ferrero.
Rea