Europee; Passa al Senato riforma, per essere eletti serve 4%
Roma, 19 feb. (Apcom) - Il Senato ha approvato ieri la riforma
della legge elettorale per le europee, che introduce una soglia
di sbarramento di lista al 4%. I favorevoli sono stati 230, i
contrari 15, 11 gli astenuti. Si tratta di una legge che ha
suscitato molte polemiche, perché la sua applicazione mette a
rischio la possibilità di ottenere una rappresentanza
parlamentare a Strasburgo per diversi partiti di destra e di
sinistra già esclusi dal Parlamento italiano in occasione delle
politiche del 2008, come Rifondazione, il Pdci, i Verdi, la
Destra. La riforma europea, però, è frutto di una solidissima
intesa bipartisan fra il Pdl e il Pd, alla quale si sono accodate
di fatto tutte le altre forze politiche, come testimonia il
risultato del voto e la stessa scelta fatta dai due correlatori
Lucio Malan (Pdl) e Stefano Ceccanti (Pd) di procedere
speditamente dicendo di no a qualsiasi emendamento.
L'opposizione più dura l'ha rappresentata in aula il
rappresentante del Movimento per l'autonomia Giovanni Pistorio.
L'Mpa, radicato in Sicilia dove esprime l'attuale presidente
della Regione Raffaele Lombardo, ha invano proposto di emendare
la legge circoscrivendo il calcolo della soglia di sbarramento
elettorale alla singola circoscrizione, piuttosto che all'intero
territorio nazionale, in modo da consentire l'accesso alla
rappresentanza ai movimenti regionali. "Noi però non ci
arrendiamo a questa brutale legge dei numeri - ha ammonito
Pistorio - e ci organizzeremo per offrire agli elettori una
proposta credibile che renda vano questo odioso e ingiustificato
sbarramento".
Al Senato si è discusso anche della questione della creazione
della circoscrizione elettorale della Sardegna: finora l'isola è
stata accorpata, per le europee, alla ben più popolosa Sicilia,
il che ha reso finora pressoché inaccessibile ai candidati il
Parlamento europeo ai candidati sardi. Un emendamento del Pd è
stato dichiarato inammissibile dal presidente del Senato Renato
Schifani, decisione sulla quale si erano appuntate le critiche
del presidente della commissione antimafia Giuseppe Pisanu (Pdl)
e che ha motivato il voto contrario di tre senatori democratici:
Francesco Sanna, Gianpiero Scanu e Luciana Sbarbati. E' stato il
ministro leghista della Semplificazione normativa Roberto
Calderoli ad annunciare in aula la decisione del governo di
accogliere la richiesta: "Preannuncio che già nel prossimo
Consiglio dei ministri - ha spiegato - il Governo intende portare
un provvedimento ad hoc che consenta lo scorporo della Sardegna
dalla circoscrizione Sicilia-Sardegna, in modo che la Sardegna
abbia la legittima possibilità di eleggere un proprio
eurodeputato".
L'approvazione della mini-riforma elettorale è stata rivendicata,
qualche settimana fa, al momento del voto della Camera sullo
stesso provvedimento, come "un obiettivo che perseguivamo da
anni" dall'ormai ex segretario del Pd Walter Veltroni. E lo
stesso presidente della Repubblica, in una lettera in risposta
alle proteste dei partiti minori, aveva fatto notare che "una
eccessiva frammentazione della rappresentanza politica può in
linea generale costituire un disvalore".
Il varo della legge spingerà i partiti minori a cercare intese
per liste unitarie: l'Udeur di Clemente Mastella ha già scelto di
confluire nelle liste del Pdl, la Destra di Francesco Storace e
la Fiamma, altro movimento nato dall'ex Msi hanno annunciato
qualche giorno fa di avere instaurato un dialogo con l'Mpa
siciliano. Nella sinistra tormentata da scissioni e polemiche,
per ora le trattative sembrano rendere possibile la presentazione
di due mini-poli contrapposti: da un lato quello composto da
Verdi, Sinistra democratica, Partito socialista ed ex Prc del
Movimento per la Sinistra, dall'altro l'accordo fra il Pdci di
Oliviero Diliberto e Rifondazione guidata da Paolo Ferrero.
Quest'ultimo però cerca sponde all'esterno ed è in contatto con
Sinistra critica, altro movimento nato da una costola del Prc,
per evitare che la lista "aperta" decisa dalla Direzione del suo
partito appaia come una semplice accettazione della linea del
Pdci di fusione tra le due forze all'insegna dell'unità comunista.
Bar