Il distretto tessile di Biella a Berlusconi: rischiamo estinzione
Milano, 19 feb. (Apcom) - L'Unione industriali biellese lancia
l'allarme sul settore tessile: senza aiuti si rischia
l'estinzione e la scomparsa di un distretto che nel 1960 contava
"40mila cavalli da tiro", oggi già dimezzati. In una lettera
aperta al premier Berlusconi, al ministro dell'Economia Tremonti,
a quello delle Attività produttive Scajola e a quello del Lavoro
Sacconi - pubblicata a pagamento su un'intera pagina de La
Repubblica -, il presidente dell'Uib Luciano Donatelli rivendica
l'eccellenza del sistema tessile biellese che però "oggi rischia
di scomparire in un silenzio non più accettabile. Lasciar morire
un bacino d'eccellenza come il nostro è come chiudere una miniera
d'oro in un paese di orafi".
Donatelli denuncia l'atteggiamento dell'Unione europea verso il
tessile continentale, "svenduto" a concorrenti che producono
"prodotti altamente cancerogeni, tinti con coloranti azoici e
ammine aromatiche da anni bandite dalle produzioni italiane".
"Noi bilellesi - scrive il presidente Uib - non chiediamo regalie
ma, dopo anni di contribuzione e dedizione all'economia del
nostro Paese, chiediamo strumenti che ci consentano di superare
questa nuova 'alluvione' molto più subdola, che rischia di essere
un Vajont senza ritorno".
Nella lunga lettera Donatelli spiega: "Chiediamo pertanto
sostegno soprattutto alle piccole e medie imprese che non hanno
più ossigeno. Non è in corso una bronchite, signor presidente, ma
un infarto. [...] Ciò che chiediamo sono interventi per
finanziare il consolidamento del debito, l'aumento delle risorse
per i confidi e le agevolazioni per la capitalizzazione e
l'aggregazione delle imprese. Linee di finanziamento per il
capitale circolante delle piccole imprese per almeno 18 mesi a
tassi legati all'Euribor con uno spread ragionevole. La
detassazione degli utili investiti e la messa a regime del
credito d'imposta per la ricerca sono misure di cui non possiamo
fare a meno".
"Ahimé signor presidente - prosegue Donatelli - il Dl nr. 185
definito 'anticrisi' è, in certi casi, quasi punitivo. Non
prevede agevolazioni per gli investimenti e, addirittura,
penalizza il credito d'imposta per la ricerca e lo sviluppo;
inoltre, esso non modifica la disciplina relativa
all'indeducibilità degli interessi passivi". L'Unione industriali
biellesi esprime quindi al premier "la delusione di un distretto
in cui tutte le parti sociali e istituzionali sono concordi nel
sentirsi escluse. Escluse da misure che supportano giustamente
l'automotive, gli elettrodomestici, i mobili, dimenticando un
settore che è la cenerentola d'Italia. Il Biellese vuole
caparbiamente sopravvivere - conclude Donatelli - e generare
ancora valore aggiunto non solo per la sua gente ma, soprattutto,
per il nostro Paese che non può pensare al futuro se lascia
morire le radici".