Darfur; Aia spicca mandato di arresto contro Presidente Bashir
Aia, 5 mar. (Ap-Apcom) - La Corte penale internazionale dell'Aia
(Cpi) ha spiccato ieri un mandato di arresto contro il Presidente
sudanese Omar al Bashir per crimini di guerra e contro l'umanità
in Darfur. Si tratta del primo Capo di Stato in carica ad essere
incriminato dalla Cpi, il tribunale permanente entrato in
funzione dal 2002 per giudicare i crimini di guerra, contro
l'umanità e di genocidio. I tre giudici della Camera preliminare
della Corte hanno lasciato cadere l'accusa di genocidio contro
Bashir in una guerra che, dal febbraio 2003 a oggi, ha causato
almeno 300.000 morti e 2,7 milioni di sfollati e profughi.
Khartoum ha bollato la decisione della Corte come un complotto
dell'Occidente, volto a destabilizzare il più grande paese
africano, ricco di petrolio. Gli Stati arabi e africani hanno
ammonito sul rischio che il mandato di arresto alimenti nuove
violenze in Darfur e minacci il già fragile accordo di pace
raggiunto nel 2005 da Nord e Sud del paese, dopo una guerra
civile ventennale. Il mandato di arresto riguarda cinque capi di
accusa per crimini contro l'umanità, quali omicidio, sterminio,
trasferimenti forzati, tortura e stupro, e due per crimini di
guerra, quali "attacchi lanciati intenzionalmente contro la
popolazione civile in quanto tale o contro singoli individui non
coinvolti direttamente nelle ostilità" e saccheggi.
"Secondo i giudici - ha detto il portavoce della Corte, Laurence
Blairon - questi crimini sono stati commessi durante i cinque
anni di campagna di contro-guerriglia lanciata dal governo
sudanese contro il Movimento/esercito di liberazione del Sudan
(Slm/A), il Movimento per la giustizia e l'uguaglianza (Jem) e
altri gruppi armati che si oppongono al governo sudanese in
Darfur. Si suppone che questa campagna sia iniziata subito dopo
l'attacco dell'aprile 2003 all'aeroporto di El Fasher,
nell'ambito di un piano comune concordato ai più alti livelli del
governo del Sudan, da Omar al Bashir ad altri leader politici e
militari di alto rango. La campagna è andata avanti almeno fino
al 14 luglio 2008, giorno in cui è stata presentata la richiesta
di un mandato di arresto contro Omar al Bashir".
"Elemento chiave di questa campagna era l'attacco illegittimo
contro quella parte della popolazione civile del Darfur,
appartenente in larga parte alle comunità dei Fur, dei Masalit e
degli Zaghawa, percepita come vicina ai gruppi armati che si
oppongono al governo - ha proseguito il portavoce - questa
popolazione civile è stata illegittimamente attaccata dalle forze
governative sudanesi, inclusa la forza aerea, e dai suoi alleati
della milizia dei janjaweed (diavoli a cavallo, ndr), dalla forza
di polizia sudanese, dai servizi di intelligence e dalla
Commissione per gli aiuti umanitari. Il Presidente sudanese è
sospettato di aver coordinato il piano e l'applicazione della
campagna di contro-guerriglia".
La Cpi ha fatto sapere che trasmetterà "immediatamente" al
Sudan, agli Stati membri della Corte e ai membri del Consiglio di
sicurezza dell'Onu che non hanno aderito alla Cpi la richiesta di
cooperare per l'arresto e il trasferimento di Bashir. "La
responsabilità di arrestarlo e trasferirlo spetta agli Stati", ha
detto il cancelliere della Cpi, Silvana Arbia. La Corte non
dispone di una forza di polizia. Secondo il Procuratore della
Cpi, Luis Moreno-Ocampo, il "governo sudanese è costretto dal
diritto internazionale ad applicare il mandato di arresto sul suo
territorio", ma fino ad oggi Khartoum non ha mai consentito
all'estradizione di due sudanesi già incriminati dalla Corte nel
2007.
Sim