Svizzera; Controffensiva banchieri: non siamo noi i cattivi
Roma, 5 mar. (Apcom) - Da tutto il mondo si levano critiche
contro la Svizzera, che molti vorrebbero vedere nella lista nera
dei paradisi fiscali. E mentre si moltiplicano gli interventi da
parte di leader del G-20 contro il segreto bancario elvetico, i
banchieri svizzeri partono alla controffensiva.
In un'intervista concessa allo Spiegel online, Urs Philip Roth,
responsabile della Confederazione delle banche svizzere, comincia
con il definire "inaccettabile" il comportamento degli Stati
uniti, colpevoli di aver "costretto" l'Ubs (la prima banca
svizzera) a rivelare i nomi di 300 clienti, presunti evasori
fiscali americani. Quello dell'Ubs è "un caso singolo",
sottolinea Roth, che non può essere indebitamente considerato
come l'inizio della "debacle" del sistema bancario elvetico.
Roth sottolinea la differenza tra evasione fiscale e frode
fiscale, che a suo parere va mantenuta e di cui i banchieri
intendono discutere con il governo di Berna, per capire la sua
strategia. Poi conclude categorico: "Il segreto bancario non è
colpevole dell'evasione fiscale".
Rivolto al premier britannico Gordon Brown (il cui paese
ospiterà la riunione del G-20 ad inizio aprile), fra i primi a
puntare il dito contro la Svizzera, Roth afferma: "Non siamo noi
i Cattivi del mondo. Se il premier Brown ci critica, allora io
devo guardare ai suoi cortiletti di casa, alle Isole caraibiche e
alle Isole del Canale. Quelli sono veri paradisi fiscali. In Gran
Bretagna esiste la possibilità di creare Trust anonimi, mentre da
noi non esiste già da lungo tempo la possibilità di conti
correnti anonimi".