Spazio; Iss di nuovo a rischio collisione con detrito spaziale
Cape Canaveral (Florida), 16 mar. (Ap) - La Stazione Spaziale
Internazionale "Alpha" è di nuovo a rischio collisione con uno
dei tanti detriti in orbita attorno alla Terra - un frammento di
un satellite russo - a poche ore dall'arrivo dello space shuttle
"Discovery".
La Nasa deciderà in giornata se azionare i motori di cui dispone
la Iss per aggiustarne l'orbita: il frammento di satellite
dovrebbe passare nelle prime ore di martedì a una distanza non
superiore agli 800 metri; già la scorsa settimana l'equipaggio di
"Alpha" era stato costretto a prendere posto per una decina di
minuti nella capsula di emergenza a causa di un altro incontro
troppo ravvicinato.
Se la Iss dovesse essere costretta ad alterare la sua orbita
anche la "Discovery" dovrà aggiustare la propria rotta per
trovarsi al rendezvous per l'attracco, previsto per martedì.
Con oltre 19mila oggetti in orbita terrestre - di cui appena 900
satelliti ancora integri, se non tutti funzionanti - la
"spazzatura spaziale" sta diventando un problema sempre più
serio, come dimostra la collisione fra due satelliti avvenuta lo
scorso 10 febbraio. Secondo gli specialisti le possibili
strategie sono due: il recupero della maggior massa possibile di
detriti e frammenti oppure una condivisione delle informazioni
sulla loro localizzazione, in modo da minimizzare la possibilità
di collisioni future.
La prima, oltre al problema pratico di come far rientrare
nell'atmosfera i detriti, è costosa e rischiosa: durante il
recupero i pezzi più grandi potrebbero infatti frammentarsi
ulteriormente causando maggiori problemi (anche un pezzo di
metallo di un centimetro di diametro è potenzialmente distruttivo
date le elevate velocità orbitali: la recente collisione ne ha
creati circa un migliaio).
La seconda dipende dalla buona volontà dei singoli Paesi di
rivelare l'esatto posizionamento dei propri satelliti - anche
militari - e ogni altro dato riguardante eventuali frammenti: in
questo senso l'Agenzia Sapziale Europea ha lanciato il programma
Space Situational Awareness, che mira alla sorveglianza della
zona interessata. Secondo gli esperti servirebbe tuttavia un
sistema globale integrato, proposta su cui fino ad ora solo Stati
Uniti e Francia hanno espresso un qualche interesse, senza che
nessun Paese abbia però manifestato un sostegno ufficiale
all'iniziativa.