Europei di calcio 2016: l'Italia ci riprova insieme alla Francia
Roma, 17 mar. (Apcom) - L'Italia ci riprova, vuole gli Europei di
calcio. Dopo il fallimento del 2007 per il torneo del 2012 la
federcalcio torna alla carica per l'edizione del 2016. Una
candidatura che potrebbe essere presentata anche con l'inedita
accoppiata Roma-Parigi. Due anni fa la Uefa preferì al progetto
italiano la candidatura congiunta di Polonia e Ucraina. Michel
Platini era stato da poco eletto presidente del governo del
calcio europeo e aveva fatto della tutela verso i campionati
minori il suo cavallo di battaglia nella corsa elettorale. Si
pensava che i trascorsi di "Le Roi" nel campionato italiano
fossero una carta in favore dell'Italia, ma come commentò il
presidente della Figc Giancarlo Abete subito dopo la decisione
dell'esecutivo Uefa, riunitosi a Cardiff, si trattò di "una
scelta di politica sportiva".
Il voto all'interno del comitato Esecutivo fu segreto e si
risolse al primo scrutinio: otto voti per i Paesi dell'Est,
quattro per l'Italia. Zero voti invece a Croazia-Ungheria. I
rappresentanti di Italia e Ucraina, Franco Carraro e Grigoriy
Surkis, non ebbero diritto di voto. Il calcio italiano,
spalleggiato dall'allora governo di centrosinistra nella figura
dell'ex ministro dello sport Giovanna Melandri, puntava
sull'evento per trovare l'input e i fondi necessari per dare vita
al quel programma di ammodernamento e ristrutturazione degli
stadi che sembrava essere necessario, oggi ancor di più, per il
rilancio del calcio della penisola. "I requisiti - spiegò Abete
da Cardiff - ce li avevano tutte e tre le candidature arrivate
nella griglia finale. Poi scelgono delle persone con una logica
di politica sportiva europea che premia i Paesi dell'est. Passata
la delusione dobbiamo avere la capacità di dimostrare che
possiamo ristrutturare gli stadi anche senza gli Europei".
Ad oggi il problema degli stadi, vecchi ed inospitali, ristagna
e si palesa come giustificativo di fronte ad ogni episodio di
violenza o ai fallimenti del calcio italiano a livello europeo.
L'unica società ad aver portato avanti un progetto virtuoso e
concreto per un nuovo stadio è stata la Juventus. La società
bianconera costruirà entro il giugno del 2011 la sua nuova casa
con un costo complessivo di 100 milioni di euro reperiti con
accordi con le società sportive e gli sponsor. Gli altri club
continuano a far teatro delle loro gesta impianti di proprietà
dei comuni, che non sembrano avere le risorse e l'interesse
necessari, oppure del Coni, il quale lamenta sanguinosi tagli da
parte del governo.
Ottenere dall'Uefa l'organizzazione degli Europei del 2016
consentirebbe all'Italia di reperire i fondi necessari per
trasformare le vecchie cattedrali del calcio in stadi
polifunzionali, ricchi di servizi per gli utenti, vivibili sette
giorni su sette. Di avvicinare, almeno a livello strutturale, il
calcio inglese o tedesco. Una necessità talmente impellente,
unita alla volontà di ospitare uno degli eventi sportivi più
blasonati, che ha portato il presidente della federazione Abete
ad aprire anche ad una candidatura congiunta con una rivale
storica come la Francia. Rivale sul campo, ma non a livello
politico-economico a quanto pare. Per quella che sarebbe una
delle candidature congiunte di maggior peso, la prima per
entrambi i paesi, servirebbe non soltanto un accordo tra le due
federazioni, ma anche un patto tra i due governi che dovrebbero
sostenere buona parte del budget.
Non abbiamo nessuna remora - ha spiegato ieri Abete a 'Gr
Parlamento' - a convergere su una candidatura unica per Euro
2016. Se fosse la Francia sarebbe un paese amico e confinante. Se
questo non fosse tecnicamente o politicamente possibile ci
giocheremmo tutte le nostre carte". Oltre all'Italia, sono in
lizza Svezia e Norvegia (candidatura congiunta), Turchia e
Francia. "Abbiamo la volontà di verificare se si possono trovare,
con grande trasparenza, condivisioni nel percorso", ha spiegato
Abete. "Se non sarà possibile, non dovremo avere paura di
competere da soli". La rassegna continentale "sarebbe una grande
opportunità e uno stimolo ulteriore per migliorare la qualità
funzionale dei nostri stadi. Noi abbiamo indicato stadi storici,
quelli dei Mondiali del '90. Aspettiamo l'ok dall'Uefa, poi
cominceremo a lavorare sul dossier". Scozia e Galles hanno
abbandonato il progetto di organizzare insieme gli Europei del
2016 a causa dei costi eccessivi e della difficoltà di allestire
un torneo che comprenderà per la prima volta 24 squadre.
La seconda fase dell'iter inizierà il 3 aprile quando i
requisiti per le candidature verranno distribuiti. Le candidate
potranno sviluppare i loro dossier, che dovranno essere
presentati alla Uefa approssimativamente entro il 15 febbraio
2010. Tutto ciò sarà seguito da una fase di valutazione, in cui
l`Uefa condurrà una serie di visite ufficiali ai vari candidati a
partire dal marzo 2010. L`amministrazione Uefa, ed esperti
nominati dalla Uefa, esamineranno i dossier dei candidati e
prepareranno una valutazione scritta da sottoporre al Comitato
Competizioni Nazionali Uefa. Il Comitato Esecutivo dell`organo
che governa il calcio europeo prenderà la decisione finale
approssimativamente il 27 maggio 2010. L'Italia è l'unico Paese
ad aver finora organizzato due volte l'Europeo: nel 1968 e nel
1980.