Ambiente/Grotta Azzurra riapre ma Paese soffre carenza depuratori
Roma, 28 ago. (Apcom) - Le coste italiane sono gravemente
inquinate. Mancano i depuratori, ed è ancora molto diffuso il
malcostume di scaricare scarti di ogni genere in mare. Riaperta
la Grotta Azzurra, a Capri, chiusa per la presenza di una
presunta chiazza di schiuma maleodorante le cui acque, secondo i
rilievi dell'Arpac, non presenterebbero rischi per la salute, si
riaccendono quindi i riflettori sui litorali del Belpaese. Solo
il 18 agosto, appena una settimana prima che l'ingresso della
grotta campana fosse chiuso ai turisti per la chiazza sospetta,
due lavoratori di una ditta di espurgo pozzi neri di
Castellammare di Stabia, nel napoletano, erano stati bloccati
proprio mentre sversavano direttamente in mare i liquami
prelevati dai pozzi neri di alberghi e abitazioni della zona. In
molti, infatti, non sono collegati alla rete fognaria dell'isola.
Il che vuol dire che lo scarico in mare, effettuato direttamente
dalle ditte di espurgo, è una pratica ricorrente.
Il golfo di Napoli, d'altra parte, è uno dei punti dove il
problema dell'inquinamento è più grave. A luglio, il
malfuzionamento del depuratore di Cuma ha aggravato ulteriormente
la situazione, facendo esplodere polemiche e accuse sui giornali.
Il cattivo stato delle acque rischia di compromettere anche il
turismo dell'area, già colpito dalla crisi del settore su scala
nazionale. Tra il territorio di Napoli, la penisola sorrentina, e
le isole davanti al litorale, operano più di mille stabilimenti
balneari e 800 strutture ricettive, oltre ovviamente a ristoranti
e locali, per un giro d'affari intorno ai 2 miliardi di euro
l'anno.
Per ammodernare i depuratori della regione, la Campania ha
siglato il 28 luglio un accordo con Hydrogest, società che
gestisce anche l'impianto di Cuma. L'atto stipulato rende
possibile il finanziamento, da parte di Banca Intesa, di 128
milioni di euro. La Regione Campania, dal canto suo, metterà a
disposizione di Hydrogest il contributo pubblico di circa 20
milioni di euro, già previsto nel contratto, per accelerare gli
interventi urgenti da realizzare. Le risorse, in particolare,
serviranno per ammodernare le paratoie dell'impianto di Cuma,
eliminare sabbia e oli dai depuratori, realizzare il trattamento
biologico e la disidratazione fanghi. Interventi urgenti sono
previsti anche sull'impianto di Acerra, Napoli Nord e Foce Regi
Lagni. "Abbiamo posto le basi - promette l'assessore regionale
all'Ambiente, Walter Ganapini - per risolvere in modo strutturale
un'emergenza che da troppi anni attendeva soluzioni".
Dpn/Gtz