Berlusconi, l'ira Cei per Feltri fa saltare incontro con Bertone
Roma, 29 ago. (Apcom) - La scontro giornalistico che sfiora ormai
la crisi diplomatica fra Italia e Santa Sede, suscitata
dall'articolo del giornale sul direttore di Avvenire Dino Boffo,
inizia a prendere forma nel tardo pomeriggio di giovedi. Nelle
redazioni e nei Palazzi romani si rincorre una voce: domani
(ieri, ndr) leggete il Giornale. Silvio Berlusconi ancora non è a
Roma, farà rientro nella Capitale poco dopo le 22.30. Quando è
già sera, però, gli uomini vicini al Presidente del Consiglio
sono già in fibrillazione, la notizia inizia a circolare sempre
più insistentemente. Poi la rassegna stampa notturna, quindi il
Giornale nelle edicole di tutta Italia fa precipitare gli eventi:
tutto culmina con l'annullamento della cena fra il premier e
Tarcisio Bertone.
L'attacco al direttore di Avvenire Dino Boffo fa andare su tutte
le furie la Santa Sede. Dai Sacri palazzi della diplomazia
vaticana non si fa nulla per nascondere lo sgomento di fronte a
quello che si considera un "attacco gravissimo", diretto a
colpire un direttore che da 15 anni guida il giornale e la tv dei
vescovi italiani. "Arrabbiati? Di più, siamo infuriati", si
lascia trapelare. Nessuno, Oltretevere, pensa che la sortita del
Giornale fosse sconosciuta a Berlusconi.
Di fronte alla prima pagina del Giornale si scatena un vorticoso
giro di telefonate. Al centro c'è Gianni Letta, al quale la Santa
Sede comunica l'annullamento della cena. E il fatto che sia la
Santa Sede, e non il governo italiano, a rendere noto chi
avrebbe rappresentato l'esecutivo all'Aquila lascia intendere
tutta l'amarezza provata Oltretevere per la vicenda (la prassi
imporrebbe che le comunicazioni su chi rappresenti il governo
italiano spetti all'esecutivo stesso). D'altra parte la nota
della Cei parla chiaro: La Conferenza Episcopale italiana,
rinnova "piena fiducia al direttore" di Avvenire, che ha guidato
il quotidiano con "indiscussa capacità professionale, equilibrio
e prudenza". E proprio Boffo viene descritto da chi lo conosce
come amareggiato e infuriato, ma pronto a continuare.
Ma non è finita qui. Voci non confermate danno nel primo
pomeriggio Berlusconi pronto a valutare comunque la possibilità
di recarsi all'Aquila per la cerimonia della Perdonanza. Segue
incontro con Letta e Bonaiuti a Palazzo Grazioli, il premier
resta a Roma e intanto le agenzie diffondono la presa di distanza
di Berlusconi dal quotidiano di famiglia: "Il principio del
rispetto della vita privata - scrive Berlusconi - è sacro e deve
valere sempre e comunque per tutti. Per le stesse ragioni di
principio non posso assolutamente condividere ciò che pubblica
oggi il Giornale nei confronti del direttore di Avvenire e me ne
dissocio". La versione sembra essere avvalorata dallo stesso
Feltri che assicura: "Il presidente del Consiglio si dissocia?
Devo dire che mi sarei stupito del contrario, ovvero che si
associasse. D'altra parte il direttore del Giornale sono io e qui
comando io. Lui è il presidente del Consiglio e comanda a Palazzo
Chigi".
Di certo però c'è che secondo diverse fonti, uomini vicino a
Berlusconi erano a conoscenza della 'bomba' del quotidiano
milanese, anche se nessuno considera possibile un avallo da parte
del Premier. Sembra che addirittura un ministro del governo abbia
provato a dissuadere, senza esito, la direzione del Giornale dal
pubblicare la notizia. Anche se chi ha avuto modo di parlare con
Berlusconi giura: "L'articolo ha creato un serio danno, ha
portato all'annullamento di una cena alla quale si lavorava da
tempo, non ne sapevamo niente".
Tom/Ssa