Piemonte/ Anni di truffe e furti: sequestrati beni famiglie sinti

Piemonte/ Anni di truffe e furti: sequestrati beni famiglie sinti Individuati a Torino cc bancari, auto e ville per milioni di euro

Roma, 7 ott. (Apcom) - Auto, terreni agricoli, casali e ville dilusso finemente arredate, conti correnti bancari, preziosirinchiusi in cassete di sicurezza: gli agenti della questura diTorino hanno sequestrato a due famiglie sinti un patrimonio divalore di "svariati milioni di euro", ancora in corso di stima,frutto di danni di truffe e furti, soprattutto ai danni dianziani.La legge Maroni - spiega la questura di Torino - ha consentitodi inoltrare separatamente le misure di prevenzione personali epatrimoniali, la successiva legge del luglio 2009 ha ampliato ilcampo d'azione, consentendo di "colpire" persone che si sonoarricchite tramite il delitto in un passato remoto, focalizzandoin tal modo l'attenzione su patrimoni frutto di attivitàcriminali precedentemente compiute o di valore sproporzionato alreddito dichiarato. Possibilità di ablazione estesa anche aipatrimoni ereditati. Sulla base di queste nuove disposizioni sonostati così proposti al Tribunale di Torino due nuclei familiaridi etnia Sinti, specializzati in furti e truffe ai danni dianziani, reati che grazie alla nuova legge consentono oral'applicazione della misura di prevenzione patrimoniale, perchèfosse adottata nei loro confronti la misura patrimoniale delsequestro anticipato dei beni e la loro successiva confisca.Entrambi i nuclei familiari, imparentati attraverso intricatiintrecci, hanno dato vita ad un vero e proprio cartello dellatruffa, colpendo indiscriminatamente anziani soli e malati. Ilcollaudato modus operandi, tanto semplice quanto efficace, haconsentito loro di truffare in modo seriale centinaia di vittime,alle quali si sono presentati come falsi poliziotti, carabinieri,impiegati delle poste, dell'acquedotto o quant'altro, impegnatiin verifiche collegate a denaro fuori corso o falso, consegnatoloro da impiegati infedeli. Una volta conquistata la lorofiducia, non solo razziavano i beni custoditi nelle abitazioni,ma si facevano indicare i codici segreti dei loro bancomat, conla scusa di risalire ad eventuali banconote false.Anni di truffe e furti - sottolinea la questura di Torino - cheha permesso alle famiglie di costruirsi un ingente patrimonio,composto da terreni, edifici e fabbricati, intestati a sé stessied ai familiari più stretti. La Divisione anticrimine dellaQuestura di Torino, dopo un'ampia attività investigativa e unamole di accertamenti economico-finanziari, "ha individuatol'esistenza di patrimoni sicuramente frutto di attivitàcriminali, perché non confortati da alcuna documentazione circaeventuali attività lavorative ordinarie".Per tutta la giornata di ieri, oltre 50 poliziotti sono statiimpegnati e hanno eseguito i sequestri dei beni individuati, "perun valore di svariati milioni di euro". Le famiglie colpite daiprovvedimenti sono quelle dei Riviera - Diglaudi di Montalenghe eCena di Nichelino.Red/Gtu

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