Giustizia/ Alfano: Ora riforme avanti anche se è ripreso scontro

Giustizia/ Alfano: Ora riforme avanti anche se è ripreso scontro Non è ritorsione ma necessità: da Csm a riflessione su immunità

Milano, 11 ott. (Apcom) - Dopo le roventi polemiche seguite alla bocciatura della Consulta sul lodo che porta il suo nome, il ministro della Giustizia Angelino Alfano dice no al ritorno all'immunità parlamentare ma conferma l'intenzione di andare avanti con la riforma del sistema giudiziario.In un'intervista apparsa oggi sul quotidiano "Libero", il Guardasigilli del governo Berlusconi spiega che non ci saranno "ritorsioni" ma sottolinea come la "sorprendete" sentenza di illegittimità emessa dalla Corte costituzionale ha riaperto lo scontro tra politica e magistratura che, proprio in virtù del lodo, sembrava essersi placata. "Ci sono forze politiche che credono allo scivolone giudiziario di Berlusconi, negando il valore primario del consenso popolare e della volontà degli italiani. Ma noi andremo avanti pensando al buon governo del paese".Anche se inevitabilmente si profila la possibilità che d'ora in poi ogni legge o riforma della maggioranza che abbia natura penale corre il rischio di essere tacciata di influenzare i processi che riguardano il premier. E questo, secondo il ministro, non è assolutamente vero. La riforma della giustizia del governo "è chiara e trasparente. Abbiamo realizzato leggi antimafia, che hanno portato a risultati straordinari, e anche la riforma del processo civile per procedimenti più rapidi ed efficaci".In Parlamento, continua Alfano, ci sono altre proposte per la riforma dell'avvocatura, la legge sulle intercettazioni e la riforma del processo penale mentre con il nuovo piano delle carceri verranno creati 20mila posti in più per i detenuti ed evitare così, grazie a condizioni di detenzione più vivibili, un nuovo indulto.Su una questione delicata il ministro vuole togliere ogni dubbio: "L'immunità parlamentare non fa parte del programma di governo, né l'esecutivo ha intenzione di presentare disegni di legge in materia. Ma quando il Partito democratico avrà assunto un assetto consolidato, occorrerà una riflessione che, fatta salva l'indipendenza della magistratura, renda il potere legislativo altrettanto capace di evitare interferenze da quello giudiziario".Un intervento- avverte il Guardasigilli - che coinvolgerà necessariamente anche il Consiglio superiore della magistratura: "Una riforma della giustizia non sarà completa senza mettere mano alla Costituzione, senza una riforma costituente della giustizia. All'interno di questo quadro è difficile non prendere in considerazione una riforma che riguardi anche il Csm".

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