Br, suicida Diana Blefari,condannata ergastolo per omicidio Biagi

Br, suicida Diana Blefari,condannata ergastolo per omicidio Biagi Impiccata in cella; Aveva scritto a investigatori per collaborare

Roma, 2 nov. (Apcom) - Era pronta a collaborare con gli inquirenti Diana Blefari Melazzi, l'esponente delle nuove Brigate rosse che si è suicidata sabato sera nel carcere di Rebibbia. La donna lo avrebbe anche comunicato ufficialmente ai magistrati della Procura di Roma ed agli investigatori della Digos. Il fatto risale ad alcune settimane fa. La disponibilità ad essere ascoltata riguardava Massimo Papini, 34 anni, finito in manette per l'accusa di partecipazione alla banda armata Br-Pcc. Papini, secondo chi indaga, era sentimentalmente legato alla Blefari Melazzi, secondo altri, tra i due c'erano soltanto una forte amicizia che durava da tempo, "almeno quindici anni".La brigatista avrebbe dovuto essere interrogata in questi giorni ma la condanna definitiva all'ergastolo per il delitto Biagi aveva determinato un rinvio. Quello che si voleva chiarire riguardava una serie di contatti, con Papini, attraverso l'uso di schede telefoniche prepagate in maniera 'dedicata', ovvero effettuando chiamate dirette a un solo interlocutore per evitare che si potesse risalire all'autore delle chiamate. Un modus operandi, secondo gli investigatori, tipico dei brigatisti. Papini, tra l'altro, era stato trovato in possesso di programmi di criptazione per computer simili a quelli usati da altri appartenenti alle Brigate rosse. Inoltre l'uomo, attrezzista al cinema, avrebbe accompagnato la Blefari quando diffuse da un internet point la rivendicazione all'attentato al giuslavorista.Poche ore prima di togliersi la vitaDiana Blefari Melazzi ha ricevuto una comunicazione ufficialedagli uffici giudiziari di Bologna rispetto alla conferma inCassazione, della condanna all'ergastolo per il suocoinvolgimento nell'omicidio di Marco Biagi. Il verdetto emessodalla Suprema corte era stato comunicato anche da un legale,collaboratore dei suoi difensori Caterina Calia e ValerioSpigarelli, ma forse quel documento, quel pezzo di carta,potrebbe essere stato "la goccia che ha fatto traboccare ilvaso", ha spiegato la penalista. "Diana non ha mai accettatoquesta condanna", ha detto l'avvocato Calia. Nel primo processola Cassazione aveva annullato la condanna alla Blefari Melazzi,ritenendo che ci fosse una carenza di motivazione. Con laconferma però in appello del massimo della pena gli ermellinihanno a loro volta ribadito, il 27 ottobre scorso.

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