Afghanistan; Conferenza Aia, oggi Usa e Iran allo stesso tavolo
Roma, 30 mar. (Apcom) - Ci saranno un centinaio di delegazioni,
fra governi e organismi mondiali, ma due protagonisti assoluti:
Stati Uniti e Iran. La comunità internazionale si riunisce oggi
all'Aia per dare nuova linfa agli sforzi sulla sicurezza e la
stabilizzazione in Afghanistan, pochi giorni dopo la
presentazione ufficiale della nuova strategia americana per la
regione afgano-pachistana da parte di Barack Obama.
Alla riunione di un giorno, presieduta dall'Onu e fortemente
sostenuta dalla nuova Casa Bianca (che l'ha proposta lo scorso 5
marzo in occasione di una ministeriale Nato), saranno presenti
Washington, con il segretario di Stato Hillary Clinton, e
Teheran, rappresentata con ogni probabilità dal viceministro
degli Esteri, Mohammed Mehdi Akhundzadeh. I lavori saranno aperti
dal segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon e dal
presidente afgano Hamid Karzai, non mancheranno le potenze
emergenti regionali, come Cina e India, e per l'Italia
parteciperà il capo della diplomazia Franco Frattini.
E nell'immediata vigilia del summit, a quanto riferisce la Cnn,
il segretario di Stato americano Hillary Clinton non esclude un
incontro bilaterale con la delegazione iraniana. Il segretario di
Stato ha confermato che "non ha in agenda" un incontro con il
vice ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Mehdi Akoundzadeh,
che rappresenta oggi Teheran all'Aia. Ma, riferisce la Cnn,
Clinton ha lasciato le porte aperte a questa ipotesi, spiegando
di non poter prevedere in anticipo come si svilupperanno le
discussioni.Quanto al possibile ruolo che l'Iran potrà svolgere
per la stabilizzazione dell'Afghanistan, Hillary Clinton ha
commentato: "Il fatto che hanno accettato l'invito a partecipare
lascia ritenere che credono di poter giocare un proprio ruolo. E
noi aspettiamo di saperne di più".
E una prima, indiretta, risposta alla Clinton viene proprio dal
delegato iraniano all'Aia, il vice ministro degli Esteri
Mohammad Mehdi Akoundzadeh. "La presenza delle truppe straniere
non può portare pace, sicurezza, stabilità nel paese", ha detto
il diplomatico di Teheran, spiegando che solo gli afgani sono in
possesso delle 'chiavi per il futuro' del loro paese. La
presenza delle truppe straniere in Afghanistan, si legge sulla
Bbc, secondo Mehdi Akoundzadeh "incoraggia l'estremismo".
"Questa politica che altri decidono per la nazione e le autorità
afgane non funziona e non potrà funzionare", ha aggiunto.
Stando agli americani la conferenza, comunque, si può già
considerare "un successo" alla vigilia, visti il numero e la
qualità dei partecipanti "con un periodo tanto breve per
organizzarsi" come ha sottolineato oggi l'inviato speciale del
presidente statunitense per Afghanistan e Pakistan, Richard
Holbrooke, dopo un incontro all'Aia con il ministro degli Esteri
olandese Maxime Verhagen. Secondo Holbrooke, la riunione in
Olanda è "il segnale che il mondo non ha dimenticato
l'Afghanistan e riconosce che il Pakistan fa parte del problema".
La partecipazione, senza precedenti, della Repubblica islamica
segue la significativa apertura nei confronti di Teheran da parte
di Obama, espressa in particolare in un lungo video-messaggio
indirizzato agli iraniani una decina di giorni fa, centrato sulla
necessità di "stabilire rapporti costruttivi tra Usa, Iran e
comunità internazionale" e avviare una "nuova stagione" del
dialogo. L'Iran sarà presente senza dubbio anche perché travolto
dall'afflusso nel suo territorio di rifugiati ed eroina
provenienti dal paese confinante. Per affrontare la situazione
d'insicurezza alimentata da talebani e qaedisti, Washington ha
fatto pressioni su Onu, Nato e Unione Europea perché seguano
l'esempio americano fornendo mezzi militari e civili
supplementari, oltre a impegnarsi per un migliore coordinamento.
In un'intervista al Financial Times il segretario generale
dell'Onu, Jaap de Hoop Scheffer ha stimato a due miliardi di
dollari l'anno il costo della sola formazione per la polizia e
l'esercito afgani. Quanto a Frattini, proprio pochi giorni fa in
Repubblica ceca, sottolineava la necessità di "coordinare" al
meglio, o addirittura "integrare nella stessa strategia" i vari
interventi di addestramento. "Crediamo che tutte le iniziative di
formazione della polizia debbano essere, ancor più che
coordinate, integrate in un'unica strategia" ha precisato
Frattini, confermando che 200-250 soldati supplementari saranno
dispiegati dall'Italia nel paese asiatico per il periodo delle
presidenziali, che si terranno il prossimo 20 agosto.
Secondo un funzionario dell'Alleanza Atlantica, che si è
espresso sotto anonimato (nella settimana del vertice di
Strasburgo-Kehl), gli Usa vorrebbero che il fondo fiduciario
dell'Alleanza destinato a coprire i costi dell'esercito e della
polizia afgana arrivi a raccogliere 500 milioni di dollari,
mentre al momento ne ha messi insieme appena 25. De Hoop Scheffer
ha spiegato che si punta molto sull'intervento di paesi ricchi
come Giappone, Arabia saudita e paesi del Golfo che saranno
presenti all'Aia per annunciare i loro primi contributi a questo
fondo, piuttosto che sui paesi Nato che sborsano già "cifre
enormi" per i loro militari.
E' in programma anche una discussione, almeno sul piano
bilaterale con gli Stati Uniti, della proposta di Parigi di una
nuova missione Ue. Ora sul campo ci sono già "una missione Eupol
(finora sono stati reclutati 320-330 uomini sui 400 necessari,
ndr), che purtroppo stenta a partire" e "una missione training di
Isaf, di cui noi italiani siamo i primi contributori, che
funziona" ha fatto notare nei giorni scorsi Frattini. A queste
iniziative si aggiunge il piano francese di una nuova missione
europea (formata dalla Gendarmeria d'Oltralpe, insieme a
Carabinieri e Guardia civile spagnola) che dovrebbe occuparsi di
addestramento e supporto, su cui il ministro italiano ha espresso
forti "dubbi, se non venisse coordinata" con le altre missioni.
Il 'padrone di casa' Verhagen ha indicato che la conferenza
dovrà innanzi tutto esprimere il suo "sostegno politico"
all'Afghanistan. "Più di sette anni dopo l'inizio dell'intervento
della comunità internazionale, i talebani non sono ancora
sconfitti definitivamente, il traffico di droga prospera, il
potere a Kabul resta debole e diviso, il leader di Al Qaida Osama
bin Laden è ancora a piede libero" ha valutato il ministro
olandese. Per Frattini sull'Afghanistan, Obama ha fatto "un primo
passo importante" e una svolta "condivisibile".
L'Italia tiene, in particolare, alla "dimensione regionale" del
"problema, che comprende Pakistan e Afghanistan e non solo
l'Afghanistan" ha più volte ribadito il titolare della Farnesina.
Proprio la presidenza italiana del G8 ha invitato per prima la
comunità internazionale a distinguere fra il dossier nucleare e
la questione delle crisi regionali, in cui l'Iran è un attore
chiave e dev'essere coinvolta. Per fine giugno a Trieste è in
programma una grande conferenza internazionale proprio su questo
tema, dove dovrebbe ripresentarsi anche Teheran, a margine della
riunione dei ministri degli Esteri del G8.
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