Diede fuoco alla direttrice di banca
Il pm chiede 8 anni: «Tentato omicidio»

Le richieste dell’accusa per Fabio Pelis, il trentunenne di Cavernago che lo scorso maggio diede fuoco con del liquido infiammabile alla direttrice di una banca di Ciserano durante un tentativo di rapina. Lui si difende: «Non volevo bruciarla, l’accendino è partito per sbaglio».

Il pm Gianluigi Dettori durante l’udienza di martedì 23 febbraio ha chiesto al gup Bianca Maria Bianchi la condanna a 8 anni di reclusione per il reato di tentato omicidio. Di tutt’altro avviso, invece, i difensori di Pelis, gli avvocati Daniela Serughetti e Matteo Bianchetti, secondo i quali non sussisterebbe il reato di tentato omicidio, bensì quello di lesioni colpose. Lo stesso Fabio Pelis ha rilasciato dichiarazioni spontanee in questo senso durante l’udienza: ha infatti spiegato al giudice che non era intenzionato a dar fuoco alla direttrice, ma che la scintilla dell’accendino che ha innescato l’incendio del liquido infiammabile era partita per sbaglio, quando era già sceso dall’auto della vittima. Il giudice pronuncerà la sentenza il 1° marzo.

La vicenda risale all’8 maggio 2015. Secondo la ricostruzione, Pelis aveva atteso all’orario di chiusura la direttrice della filiale di Ciserano della Cassa rurale di Treviglio – Cinzia Premoli, 54 anni, di Treviglio – e le aveva intimato di riaprire la sede. «Ero uscita dalla banca ed ero appena salita sulla mia auto, stavo per mettere in moto - ha raccontato in aula la direttrice, sentita nella scorsa udienza su richiesta dello stesso gup -. All’improvviso è arrivato lui e mi ha intimato di riaprire la banca. Gli ho spiegato che non potevo aprire, che c’era un meccanismo a tempo, ma lui ha continuato a minacciare. Aveva un contenitore con benzina e me ne ha versato un po’ addosso, per cercare di convincermi: io però gli ho ribadito che non potevo aprire, ho cercato di spiegargli».

Di fronte alla sua resistenza Pelis avrebbe a quel punto reagito: «Mi ha rovesciato addosso tutta la bottiglia di benzina. Poi c’è stata la scintilla, il fuoco». Fuoco che ha avviluppato la donna, provocandole ferite gravissime, mentre Fabio Pelis si dava alla fuga allontanandosi dal luogo dell’aggressione: la sua corsa si era fermata solo ad Aosta, dove si era costituito alle autorità ed era stato messo in carcere.

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