Liste d’attesa in sanità, Bergamo ok
La Cisl: «Ma si può fare di più»

L’analisi della Cisl Sanità sui dati dell’Ats provinciale: «Servono misure per lenire il disagio di molti utenti».

Le liste di attesa in sanità rimangono ad oggi uno dei problemi maggiori dell’organizzazione ospedaliera a tutte le latitudini, anche se con percentuali e impatti sociali assolutamente diversi. «Alcune situazioni rasentano l’eccellenza, mentre altre non possono lasciarci tranquilli; il Papa Giovanni ad esempio presenta alcune situazioni critiche» sottolinea la Cisl. La mammografia «in terra bergamasca non richiede attese di un anno e mezzo come a Napoli o a Torino. Ma se in un mese viene evaso il 95% delle richieste all’ospedale di Alzano, l’82 di Piario e il 78 di Lovere, a Bergamo il 77 dei pazienti deve aspettare più di tre mesi almeno. Il panorama cambia poco per la risonanza magnetica alla colonna. A Romano di Lombardia l’81% delle prenotazioni viene programmata nel primo mese, a Treviglio nello stesso periodo se ne smaltisce il 75%, a Bergamo solo il 23 (e la maggioranza, 54%, aspetta più di 90 giorni). Un “successo”, rispetto ai 6 mesi di Genova e Palermo».

«Ecografia all’addome: qui i risultati “buoni” arrivano entro i 40 giorni, anche per Bergamo (80%), con Lovere (90), Piario (88), Treviglio (82), ma soprattutto Seriate (100%) comunque titolari di un servizio migliore. Inutile sottolineare che rivolgendosi a un privato (clinica o ambulatorio di analisi) ci si “sbriga” molto più velocemente, e nel 90% dei casi».

«I dati (riferiti all’anno scorso e reperibili sul sito dell’Ats provinciale) testimoniano comunque di un buon lavoro svolto dall’amministrazione sanitaria di Bergamo, anche se proprio le liste di attesa e il non rispetto dei tempi per le prestazioni urgenti (con la conseguenza di aumentare l’affollamento ai pronto soccorso) rappresentano comunque, sempre secondo l’Ats, gli elementi maggiori di ricorso e “scontro” con la sanità pubblica».

«È evidente che la situazione bergamasca non è drammatica come altrove – dice Francesco Corna, segretario Cisl di Bergamo –. Non dobbiamo però nasconderci che qualche problema l’abbiamo anche qui. Sarebbe quindi opportuno che nel momento in cui si deve metter mano a una riorganizzazione complessiva della sanità bergamasca si cerchino e si adottino misure utili a lenire il disagio di molti utenti dovuti alle attese. Oltre all’intervento per la riduzione delle liste d’attesa serve un intervento per evitare la ripetizione di esami di laboratorio in diverse strutture sanitarie, che non riconoscono esami elaborati da altri e che, invece, dovrebbero avere gli stessi standard qualitativi».

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