«Ad Alzano in visita ai parenti»
Positiva una famiglia di Fiumicino

Tre giorni ad Alzano, dal 19 al 21 febbraio. Il tempo di prendere il volo da Ciampino, raggiungere Bergamo, allungare fino ad Alzano Lombardo per raggiungere la famiglia di lei, di origine marocchina e in Bergamasca da molti anni.

La visita alla famiglia, e in particolare al padre, in precarie condizioni di salute (ma per patologie estranee al virus), è il motivo che ha spinto la donna di 38 anni, cameriera part-time, il marito di 40, idraulico, e i loro figli, una bambina di 10 e un bimbo di 5, residenti a Fiumicino, a lasciare Roma.

Una visita-lampo, giusto il tempo di abbracciare i genitori di lei, i nonni dei bimbi, trasformata probabilmente in un viaggio nel contagio: prima i sintomi accusati dalla donna al rientro a casa, la visita, il tampone, l’attesa per il risultato, il responso positivo.

Poi i sintomi accusati dal resto della famiglia, il marito, i due bimbi, i test e l’esito di sabato 29 febbraio: positivi il marito e la bimba, negativo il bambino più piccolo. Madre, padre e figlia sono in quarantena allo Spallanzani, «ma non si tratta di un focolaio nel Lazio, la signora ha contratto il virus durante il suo viaggio nella Bergamasca. Lei , il marito e la figlia stanno comunque abbastanza bene», ha spiegato il sindaco di Fiumicino, Esterino Montino, annunciando la chiusura della scuola elementare frequentata dalla bimba mentre la scuola materna del fratellino, a poche centinaia di metri dall’altro edificio scolastico, resterà aperta.

La donna lavora saltuariamente per alcuni ristoranti della cittadina laziale «che restano aperti perché la signora non ha più lavorato dopo il rientro da Bergamo: abbiamo ricostruito i contatti della famiglia dal giorno del rientro», spiega il sindaco di Fiumicino.

Nel frattempo la diffusione del virus continua. Una giovane ricercatrice bresciana è in isolamento all’ ospedale dell’Aquila, sottoposta al test perché fidanzato con un collega di Bergamo risultato positivo. In Messico i tre casi risultati positivi riguarderebbe «persone che lavorano nella stessa compagnia e che la scorsa settimana sono stati a Bergamo, in Italia, a un convegno, in contatto con un altro messicano positivo al Covid-19 che si trova ancora in Italia», ha spiegato il sottosegretario per la Prevenzione e la Protezione della salute Hugo López-Gatell.

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