Aggregazione Bergamo-Brescia?
L’ipotesi è una mission impossible

«Potrebbe esserci un’aggregazione tra Bergamo e Brescia». Prima che cadiate dalla sedia, precisiamo che non si parla di fusioni tra squadre di calcio (i vicini, tra l’altro, sono in serie B...).

Il ragionamento riguarda il futuro della cosiddetta area vasta, dopo il referendum che in autunno probabilmente cancellerà le Province dalla Costituzione. Il Pirellone si sta attivando per ragionare sul da farsi, visto che, come conferma col buon senso del caso il sottosegretario regionale agli enti locali Daniele Nava, «la Regione non può tenere i rapporti diretti coi piccoli Comuni, un ente intermedio serve».

Così a breve partirà un gruppo di lavoro interno al Pirellone (con l’intenzione di confrontarsi anche con il territorio). Il gruppo di lavoro al PirelloneIl tavolo regionale sarà guidato dal vicepresidente di Regione Lombardia, Fabrizio Sala, che in un’intervista al «Cittadino» di Monza e Brianza ha buttato lì qualche spunto, spiegando per esempio che il numero delle aree vaste lombarde sarà «sicuramente inferiore a quello delle 12 Province; ci sarà un’area alpina, una pedemontana, una della pianura e potrebbe esserci un’aggregazione tra Bergamo e Brescia».

Mettendo fine, lungo l’asse della Brebemi, a secoli di battaglie, cominciate mille anni fa tirando in mezzo pure il Barbarossa? Per non parlare delle gustose rivalità calcistiche, del pizzico di invidia nascosto nell’ormai proverbiale mantra «loro sono più bravi a fare squadra», delle recenti «battaglie dei cieli» intorno a Montichiari? L’idea, per la verità, fa un po’ trasecolare le istituzioni locali.

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