Allarme telefonino e alcol alla guida
Ancora troppe vittime sulla strada

«Cinque secondi su Whatsapp sono come 60 metri a occhi chiusi». Nei primi 10 mesi ci sono stati 36 incidenti mortali: in calo ma ancora troppi.

Un appello corale a non usare il cellulare mentre si è alla guida si è alzato dall’incontro organizzato dalla Prefettura, in vista della «Giornata nazionale in memoria delle vittime della strada», in programma nella giornata di sabato 17 novembre. Lo smartphone è considerato una delle principali cause di incidente, con la velocità e la guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. «Cinque secondi con gli occhi abbassati a guardare un whatsapp – ha sostenuto il comandante della polizia stradale Mirella Pontiggia – corrispondono a 60 metri percorsi con gli occhi chiusi».

Fortunatamente, secondo i dati dell’ Osservatorio sulla sinistrosità stradale della Prefettura, gli incidenti mortali sono in diminuzione. Nel 2016 erano 56. Nel 2017 sono scesi a 41. E il 2018 conferma questo andamento positivo: al momento, infatti, si è a quota 36. Anche se quelli rilevati dalla polizia stradale sono in aumento rispetto all’anno prima (14, erano 5 nel 2017). Pontiggia ha poi evidenziato che nel 2017 gli incidenti mortali sono stati in egual numero sia sulle strade comunali sia sulle provinciali e statali. Se si considerano invece tutti gli incidenti (nel complesso 5.419) sono molto di più quelli verificatisi nei centri abitati. Il motivo è che sulle strade provinciali e statali si viaggia a velocità più sostenuta.

E proprio contro la velocità eccessiva e l’utilizzo del cellulare al volante, la Polizia locale di Bergamo sta rivolgendo la sua attività repressiva. Il comandante Gabriella Messina ha fornito alcuni dati in merito: nel 2018 (fino al 1°novembre) sono state comminate 360 sanzioni con il ritiro di 262 patenti per alta velocità. E 264 sanzioni per l’utilizzo del telefonino. In caso di incidente grave, le forze dell’ordine procedono con il sequestro del cellulare giudicato «un’arma di distrazione di massa» dal procuratore capo Walter Mapelli che era presente all’incontro.

Sebbene gli incidenti mortali siano in calo, c’è però ancora molto da fare. L’obiettivo da raggiungere l’ha ricordato il prefetto Elisabetta Margiacchi: «L’Unione Europea ha fissato come obiettivo per il decennio 2011-2020 il dimezzamento in ogni suo Paese membro delle vittime di incidenti stradali». Per il raggiungimento di questo scopo anche la Provincia è pronta a fare il suo, come confermato dal presidente Gianfranco Gafforelli: «Garantire la sicurezza stradale è una battaglia di civiltà». All’incontro organizzato dalla Prefettura erano presenti anche il comandante provinciale dei vigili del fuoco Oliverio Dodaro, il dirigente dell’Ufficio scolastico di Bergamo Patrizia Graziani, la quale ha auspicato che «il momento di commemorazione come la Giornata in memoria delle vittime della strada si coniughi con un richiamo a un comportamento più prudente alla guida». Ivanni Carminati, presidente della sezione di Bergamo dell’Associazione nazionale famigliari e vittime della strada, ha ricordato l’attività di sostegno legale e psicologico svolta dall’ente a chi perde un famigliare sulla strada, «perché nessuno può capire il dolore che si prova se non vive la stessa esperienza». Giancarlo Bassi e Alessandro Invernici, presidente e vice dell’associazione socio-educativa «Ragazzi on the road» hanno illustrato i contenuti del progetto di sensibilizzazione sulla sicurezza stradale e la legalità che propongono da dieci anni e che porta i giovani in strada con le forze dell’ordine e gli operatori del 112. E al termine dell’incontro ufficiale una ragazza di On the road, a sorpresa, è stata invitata dal prefetto ad affiancarla per alcune ore, per vivere in «presa diretta» il suo lavoro.

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