«Basta mettere in croce i Comuni»
Lo sfogo del sindaco di Solza

«I comuni sotto i 10.000 abitanti ( 6000 circa) si trovano in una situazione assurda: in questi giorni non possiamo commissionare nessun lavoro neppure i più urgenti».

Lo scrive in Facebook Carla Rocca, sindaco di Solza: «Metti che sfortunatamente si rompe un tubo del gas, o che si blocca un ascensore, chiudiamo il riscaldamento a scuola e lasciamo l’omino chiuso dentro, lì per due mesi ad aspettare che facciano un norma che sbocchi Sintel e MEpa ( le piattaforme elettroniche dove si comprano beni e servizi per gli enti locali)».

«Sarebbe anche auspicabile che si smetta di mettere in croce i comuni italiani» commenta ancora il primo cittadino che, con questo sfogo, si riferisce alla legge di stabilità che avrebbe fatto saltare alcune deroghe che tenevano conto proprio della peculiarità dei piccoli Comuni. A dichiararlo la stessa Anci: «Condividiamo l’orientamento della legge di Stabilità che va verso il loro contenimento. Ma bisogna considerare – spiega l’assemblea nazionale dei Comuni italiani – che non tutti gli acquisti che fanno gli enti locali sono eguali, e non tutti sono sottoponibili a centrali di committenza di vasta scala, serve una diversificazione». Per questo, secondo il presidente dell’Anci, va «innanzitutto compreso quali sono i servizi che ha un senso sottoporre a centrali uniche di committenza, e quali sono invece di altra natura».

Nel suo intervento il presidente dei sindaci italiani Piero Fassino ha puntato il dito contro l’eccesso di cultura legislativa e di controlli. «Il nostro è un paese ammalato di legislazione: l’idea che qualsiasi tema si risolve per legge è sbagliata in radice ma purtroppo è prevalente. Questi eccessi – ha spiegato – lungi dal favorire la lotta all’illegalità, creano nicchie che favoriscono l’illegalità».

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