Cinquemila alpini orobici in viaggio
Ad Asti pronto il campo Bergamo

Sono attese 500 mila persone ad Asti dove venerdì 13 maggio è partita ufficialmente l’89a adunata nazionale: cinquemila le penne nere bergamasche pronte a partire.

Buona parte di loro sfilerà domenica lungo le vie della città piemontese, che i primi arrivati garantiscono essere «imbandierata e viva». Così per Stefano Lavè del gruppo Ana di Lallio, che ieri era sul luogo per godere appieno della festa. Se infatti il momento più solenne è quello della sfilata, i giorni che la precedono sono «magici» per l’atmosfera che si respira: allegria, eccitazione, gioia.

«Asti è a sole due ore e mezzo da Bergamo – dice Carlo Macalli, presidente della sezione orobica, che ha raggiunto la città ieri pomeriggio –. Molti saranno coloro che arriveranno anche solo per partecipare o assistere alla sfilata. Credo che tra i bergamaschi sfileranno almeno 4 mila uomini». Per la prima volta anche la sezione ha organizzato un pullman che partirà la mattina di domenica, mentre per la seconda volta è stato allestito a un chilometro dal centro città il «campo Bergamo». «L’abbiamo sperimentato lo scorso anno a L’Aquila ed è stato un successo, perché la sezione mette a disposizione tende per chi non ha trovato altre soluzioni. Il format è ormai quasi perfetto» garantisce Macalli. Alcuni gruppi – tra cui Comun Nuovo, Covo, Caravaggio – sono sul posto da martedì proprio per rendere agibile il campo che accoglierà nelle prossime ore fino a 300 persone. «Sabato arriveremo a 400 – dice Giacomo Picenni, del gruppo di Comun Nuovo –. La città è pronta, l’accoglienza è calorosa» ed anche il meteo sembra sarà clemente. Nelle ultime ore è girata la voce di una presunta ordinanza che avrebbe limitato la vendita di vino ed alcolici durante l’adunata degli alpini, che in generale non disdegnano un buon bicchiere. Ma ieri in giornata è arrivato il chiarimento: il Comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico, riunito in Prefettura, ha ritenuto non necessaria l’adozione di un provvedimento di divieto di somministrazione e vendita di bevande alcoliche, come viene fatto abitualmente ad Asti in occasione del Festival delle Sagre.

Asti per molti alpini bergamaschi ha un significato particolare: nel 1994 furono almeno un migliaio i volontari dei nuclei di Protezione civile che prestarono la propria opera dopo l’esondazione del Tanaro e di molti affluenti, avvenuta inseguito all’alluvione del 5 e 6 novembre. Furono 70 le vittime e oltre 2.000 gli sfollati. A poche ore dal disastro ad Asti ed Alessandria l’alpino bergamasco Antonio Sarti (e past president) stava compiendo i sopralluoghi come responsabile nazionale della protezione civile dell’Ana. «In pochissimo tempo riuscimmo a mandare i primi 100 alpini, che intervennero per spalare il fango. Lavorammo per due mesi, con una presenza settimanale di almeno 500 uomini attivi in tre cantieri». Sarti domenica avrà l’onore di sfilare con gli uomini della Protezione civile, come riconoscimento della grande competenza dimostrata in quel frangente. «Sono stato responsabile nazionale per vent’anni – ricorda Sarti – passando poi il testimone a Giuseppe Bonaldi, altro bergamasco». Un record che è motivo di orgoglio. Sette sono invece le penne nere bergamasche che seguiranno il percorso con coloro che hanno partecipato a missioni internazionali con gli alpini in armi. Il gruppo ha partecipato poche settimane fa all’operazione delle truppe alpine in Libano. Tra loro lo stesso Macalli: «Obiettivo della missione la manutenzione di un sito archeologico a Qana. Un’esperienza per tutti preziosa».

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