Cure palliative, emergenza in corsia
Scatta l’allarme: mancano tre medici

Garantire la migliore qualità della vita sempre, anche quando ci si avvicina alla fine. È l’obiettivo che da 27 anni l’Associazione cure palliative porta avanti in Bergamasca.

I risultati sono molto positivi e fanno della nostra provincia un’eccellenza italiana in questo campo. Ma mantenersi all’altezza non è facile, soprattutto se a mancare sono i medici. A lanciare l’allarme è Arnaldo Minetti, presidente dell’Associazione cure palliative: «La rete delle cure palliative, sia in hospice sia a domicilio, è capillare. Ogni anno trattiamo 3.700 malati terminali su 5 mila, una percentuale che ci rende la provincia italiana con la migliore copertura».

Un risultato che non è scontato riuscire a mantenere: «Il problema è che mancano i medici palliativisti - prosegue Minetti -. Mancano anche infermieri e psicologi, ma quella dei medici è una vera emergenza. La nostra associazione paga ogni anno i contratti di 5 medici al Papa Giovanni XXIII. Solo 3 palliativisti sono pagati dal sistema sanitario nazionale. È un assurdo. Noi non smetteremo di dare il nostro supporto, ma abbiamo bisogno di un altrettanto impegno da parte del Ssn. Abbiamo anche fatto una petizione, raccogliendo 23 mila firme per chiedere l’assunzione di un numero sufficiente di medici».

Ogni anno l’Associazione cure palliative raccoglie e utilizza una cifra attorno al mezzo milione di euro, spesi appunto per finanziare il personale che lavora con i malati e le attività formative. Tra gli sponsor storici, i lasciti testamentari e i tanti piccoli contributi, spicca il contributo del 5 per mille, ben 70 mila euro raccolti nella sola provincia di Bergamo.

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