Frode fiscale a Bergamo, tre arresti
Capitali illeciti per 10 milioni - Il video

Sono stati arrestati tre pericolosi pluripregiudicati, tra cui un uomo con precedenti per associazione a delinquere di stampo mafioso e uno condannato per omicidio. Disposto il sequestro di beni per un valore complessivo di oltre 10 milioni e mezzo di euro. Coinvolto anche un noto ristorante di Bergamo.

I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bergamo, nell’ambito dell’operazione denominata «Crazy Water», hanno eseguito tre ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di tre pluripregiudicati, due di origine campana e uno lombarda, nei cui confronti è stato disposto anche il sequestro finalizzato alla confisca di beni per un valore equivalente a 10,6 milioni di euro.

I provvedimenti giungono all’epilogo di un’articolata indagine condotta dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Bergamo nel corso della quale, erano già stati denunciati 18 persone, 13 dei quali tratti in arresto. Tra questi sei erano finiti in carcere nel settembre 2018 con l’accusa di far parte di un un’associazione per delinquere - di matrice campana ed albanese - dedita ad attività estorsive, rapine, lesioni, spaccio di sostanze stupefacenti, ricettazione, minacce e detenzione illegale di armi clandestine. Durante le perquisizioni, nel corso delle indagini, erano state rinvenute quattro armi clandestine con matricola abrasa, un silenziatore, 88 cartucce, una balestra, strumenti atti ad offendere e denaro contante e titoli di credito per 85 mila euro, oltre a orologi di marca rolex per un valore stimato di oltre 65 mila euro.

A finire dietro le sbarre - nel corso dell’ultimo intervento in ordine temporale - sono stati tre pluripregiudicati, che il giudice definisce «connotati da spiccata capacità a delinquere, attivi sul territorio bergamasco». Era qui che gli arrestati avevano investito parte dei proventi derivanti da attività illecite di natura tributaria poste in essere tra le province di Bergamo e Napoli. Tra essi un soggetto già tratto in arresto sempre dalla Guardia di Finanza di Bergamo nel settembre 2018, gravato da precedenti per associazione di stampo mafioso, ma anche un «sicario» che in passato ha scontato 16 anni di carcere per un omicidio di un pregiudicato ed un terzo indagato, che si è costituito in quanto si trovava all’estero, con alle spalle una serie significativa di precedenti penali.

L’attività investigativa - condotta anche attraverso l’utilizzo di intercettazioni telefoniche ed ambientali - hanno consentito di raccogliere evidenze probatorie per sostenere che i tre complici, tramite due società operanti nel settore del movimento delle merci, intestate e gestite da prestanome, si erano accollati debiti tributari, di altre imprese campane, che sistematicamente provvedevano a compensare attraverso falsi crediti IVA, derivanti dall’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. Una frode al Fisco quantificata in oltre 8 milioni di euro. Le società, la cui contabilità veniva distrutta, venivano portate al fallimento una volta depauperate delle risorse finanziarie.

Parte dei proventi illeciti, oltre a consentire un elevato tenore di vita da parte degli indagati, sono stati reinvestiti in una società che ha gestito un noto ristorante in Bergamo, le cui quote sono state oggetto di sequestro.

Le indagini hanno portato altresì alla procedura di fallimento, innanzi al locale Tribunale, delle due aziende attraverso le quali venivano commessi gli illeciti tributari, nonché al sequestro di beni e disponibilità finanziarie degli indagati tra cui un’abitazione, autovetture, motoveicoli, uno scooter d’acqua e diversi conti correnti.

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