Il Guardian torna a parlare di Bergamo
«Le trasformazioni della città in collina»

I media inglesi sembrano aver puntato un faro su Bergamo. Dopo gli articoli pubblicati nei mesi scorsi per decantare la bellezza della città, soprattutto di piazza Vecchia e in generale di Città Alta, il sito del Guardian ha pubblicato un altro pezzo che parla di Bergamo, stavolta insieme alle storie di tante altre città del resto del mondo.

Ma a testimonianza dell’attenzione nei confronti di Bergamo è stata scelta una foto delle Mura come copertina dell’articolo. L’obiettivo del pezzo è raccontare la genesi urbanistica di alcuni dei borghi più belli del mondo attraverso i contributi dei lettori. Il Guardin ha scelto un commento di Paolo Vitali:«La città sulla collina. I suoi sobborghi sono collegati ad essa “come dita sul palmo di una mano aperta”. Questa è stata una delle prime descrizioni di Bergamo nel 1526, pronunciata dal letterato e collezionista d’arte veneziano Marcantonio Michiel, pochi decenni prima della costruzione delle Mura venete. Lo stretto legame con l’orografia, già evocato da Marin Sanudo con la sua “Città situata su una più bella montagna”, si riferisce al carattere distintivo della città. È una potente metafora, che attraverso la semplicità dell’anatomia umana trasmette i rapporti territoriali complessi con cui è stata strutturata la città. Con la costruzione delle nuove Mura si è contribuito a creare una diversa immagine della città. È stato un episodio che ha avuto molte conseguenze per la storia di Bergamo e per la sua forma urbana. Ha posto le basi per l’idea di centro storico come la “Città Alta”, che è ancora ampiamente diffusa al giorno d’oggi».

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