In Bergamasca ospitati 4.000 profughi: è attiva la sottoscrizione per aiutarli

La raccolta fondi Super il milione di euro la raccolta fondi promossa dalla Caritas diocesana bergamasca e da una serie di realtà del territorio bergamasco.

Passata l’emergenza delle prime settimane, sono almeno quattromila i profughi ucraini attualmente ospitati in provincia di Bergamo. Parte dei bambini e dei ragazzi sono già stati inseriti nelle scuole e per loro sta partendo in questi giorni anche il progetto «DigEducati Ucraina» della Fondazione della Comunità Bergamasca, il primo finanziato con i fondi raccolti dalla sottoscrizione «Un aiuto per l’Ucraina».

Oltre un milione di euro con la raccolta fondi Caritas

La raccolta promossa dalla Caritas insieme a L’Eco di Bergamo e alla stessa Fondazione prosegue, perché è necessario sostenere le attività delle comunità locali, religiose e non, che si sono offerte di farsi carico dell’accoglienza e dell’integrazione di queste persone. Molte di loro saranno costrette a fermarsi in Italia per molto tempo, anche dopo la fine del conflitto, per questo è fondamentale mantenere aperto un canale di solidarietà.

La sottoscrizione: oltre un milione di euro

A oggi la sottoscrizione ha raggiunto quota 1.164.780 euro e anche nei giorni scorsi sono arrivate tante donazioni da parte dei bergamaschi. L’iniziativa promossa all’indomani dello scoppio della guerra ha raccolto attorno l’adesione e il sostegno di tante realtà del territorio, che hanno risposto all’appello, ricompattando il fronte della solidarietà che si era già costituito due anni fa con l’emergenza pandemica.

Un sostegno anche alle attività nei campi profughi

A oggi quelle che stanno sostenendo l’iniziativa sono Ascom Confcommercio, Bergamonews, Confindustria, Confcooperative, Camera di commercio, Università, Ance, Fondazione Mia, il Consiglio Notarile di Bergamo, il Consorzio dei Pasticceri Artigiani e gli Ordini dei consulenti del lavoro e dei commercialisti, oltre a un importante contributo di Fondazione Cariplo. Presto altri fondi saranno destinati sul territorio mentre una parte del ricavato servirà anche per sostenere le attività della Caritas internazionale nei Paesi confinanti con l’Ucraina, dove sono stati allestiti enormi campi profughi con persone provenienti dalle zone più colpite dalla guerra.

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