La piazza, la caserma e la statua dell’alpino: un secolo in una foto

Foto d’epoca. Uno scatto tratto da Storylab.it ci porta indietro nel tempo fino al 1924, quando l’attuale «Gamec» in via San Tomaso era una caserma e al centro di piazza Carrara c’era un monumento dedicato al 5° alpini (oggi si trova a Milano).

Un’altra bellissima fotografia da Storylab.it, il portale dedicato alle immagini d’epoca della nostra provincia, ci porta indietro nel tempo di quasi un secolo. La foto, condivisa da Tosca Rossi, è datata 1924 e ci mostra come era via San Tomaso all’altezza di piazza Carrara, tra l’Accademia Carrara e l’attuale «Gamec», la Galleria d’arte moderna e contemporanea di Bergamo. Fondata nel 1991, la Gamec si trova in un antico edificio che un tempo era una caserma – la caserma Camozzi che vediamo nella foto d’epoca – e prima ancora un monastero quattrocentesco.

Il monumento fu inaugurato il 15 giugno del 1922 a Bergamo alla presenza del re Vittorio Emanuele III. Ora si trova in piazza Giovanni XXIII a Milano

All’epoca di questa foto la caserma Camozzi era in funzione e, nella piazza di fronte, c’era un monumento dedicato agli alpini. In particolare, il monumento fu realizzato nel 1915 dallo scultore milanese Emilio Bisi per onorare le gesta del «5° Alpini». Il bronzo ricorda un episodio della campagna di Libia, avvenuto nel 1912 nei dintorni di Derna: l’alpino Antonio Valsecchi di Civate (Lecco), rimasto senza munizioni insieme ai compagni del Battaglione Edolo, fronteggiò l’attacco dei nemici scagliando pietre e massi. Nel monumento Valsecchi è raffigurato mentre lancia una grossa pietra aiutandosi con entrambe le braccia.

Da Bergamo a Milano e ritorno

Nel 1921 il 5º Reggimento venne inserito nella 2ª Divisione alpina, di stanza a Bergamo nella caserma Camozzi, e si portò dietro da Milano la statua dell’alpino Valsecchi: il monumento fu inaugurato il 15 giugno del 1922 a Bergamo alla presenza del re Vittorio Emanuele III. Pochi anni dopo, nel 1926, il 5º Reggimento tornò nella Brigata alpina a Milano e il monumento fece dietrofront, seguendolo poco dopo. Da allora è sempre rimasto a Milano, con varie collocazioni nella città fino all’approdo definitivo in piazza Giovanni XXIII: eccolo qui. Del monumento esistono almeno due copie gemelle: la prima fu donata nel 1938 dalla città di Milano alla città di Merano, mentre la seconda fu donata a Edolo nel 1954.

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