Campagna vaccini in Lombardia
«Dosi da raddoppiare e più personale»

Lucchini, referente regionale: la 1ª fase chiuderà a febbraio . «Inseriti anche i disabili e i centri diurni. È previsto l’arrivo dei medici dell’Esercito»

«Raggiungeremo gli obiettivi del piano vaccinale contro il Covid, a fine febbraio terminiamo la prima fase e si comincia con gli ultraottantenni, dalla prossima settimana si parte con i richiami. Arriveremo a coprire il target della prima fase, 340 mila persone vaccinate tra operatori sanitari degli ospedali e delle Rsa e gli ospiti delle case di riposo, medici di base, pediatri, personale del soccorso.

La campagna ha come elemento “motore” il numero delle dosi in dotazione: molto dipenderà dal tipo dei vaccini disponibili e dalla loro quantità, di certo servirà un raddoppio delle dosi, ma anche del personale che sarà chiamato a realizzarli». Così, in audizione in Commissione Sanità del Consiglio regionale della Lombardia, ha illustrato gli step verso l’immunizzazione il referente regionale della campagna vaccinale antiCovid, Giacomo Lucchini.

Platea allargata

Questa prima fase, in cui la Lombardia ha già superato le 100 mila somministrazioni, «ha visto finora - ha rimarcato Lucchini - una media di 13 mila somministrazioni al giorno, modulata su una media di 90 mila dosi settimanali assegnate: ma bisogna tenere conto del fatto che dalla struttura commissariale centrale (Domenico Arcuri ndr) è arrivata l’indicazione di tenere stoccato il 30% per i richiami». Alle categorie programmate nella prima fase, ha illustrato il manager regionale, si aggiungono le somministrazioni «a disabili, centri diurni, personale impegnato all’assistenza domiciliare, farmacisti, dentisti, operatori dei laboratori e informatori medici scientifici, oltre che medici liberi professionisti».

Le dosi di Moderna

«Se per i vaccini Pfizer si conta su un aumento dei quantitativi settimanali, le dosi invece prodotte da Moderna e appena arrivate in Italia al centro di stoccaggio nazionale, verranno smistate e consegnate alle Regioni - ha spiegato Lucchini - , seguendo il criterio del maggior numero di anziani presenti su ogni singolo territorio». Su quando arrivino alla Lombardia non ha fornito date. «C’è un coordinamento costante tra i responsabili regionali e lo staff commissariale centrale di Domenico Arcuri. Le somministrazioni e gli stessi piani della campagna vaccinale sono calibrati sul quantitativo e sui tempi delle consegne. E sul personale addetto alle somministrazioni», ha aggiunto Lucchini.

E a margine dell’audizione, sulle dosi, il presidente della Commissione, il consigliere leghista Emanuele Monti, ha rimarcato, come riportato dall’Ansa: «Senza nuovi arrivi di dosi dal Governo, domenica la macchina sarà costretta a fermarsi».

I centri vaccinali Intanto, si sta pianificando la seconda fase che per la Lombardia «riguarderà 700 mila ultraottantenni (per la Bergamasca almeno 76 mila ndr), 2 milioni nella fascia tra i 60 e i 79 anni, oltre ai rappresentanti delle forze dell’ordine, persone fragili e cronici - ha evidenziato Lucchini - . Per le vaccinazioni saranno fondamentali i 65 hub già individuati, centri vaccinali o per i tamponi già utilizzati, fiere, palazzetti dello sport, le Primule. Si pensa a un centro ogni 40 mila abitanti». La vaccinazione sarà a domicilio per i disabili gravi, ed estesa anche ai caregiver che si occupano del malato; per i cittadini il reclutamento avverrà o attraverso le Ats o i medici di base. La popolazione che non rientra nella seconda fase accederà ai vaccini non prima della fine dell’estate.

«La vaccinazione sarà inserita nel fascicolo elettronico, ma non è prevista alcuna ipotesi di certificazione o di passaporto sanitario. Né una campagna di sensibilizzazione regionale: si agisce a livello nazionale», ha specificato Lucchini. I vaccinatori L’altro elemento cruciale per lo «sprint» della campagna è il personale: «A breve arriveranno i medici dell’esercito e i sanitari delle forze dell’ordine, e aspettiamo le assegnazioni della call lanciata dal commissario Arcuri. Dopo si valuterà un reclutamento regionale».

Le reazioni

Sul personale, Niccolò Carretta consigliere regionale di Azione ha evidenziato e riportato «l’appello di alcuni tecnici che chiedono un maggior coinvolgimento del personale medico e infermieristico in pensione». Si è detto soddisfatto per il coinvolgimento nella campagna «di strutture per disabili e centri diurni. Ma purtroppo, si naviga ancora a vista e le incognite sono troppe». Sull’allargamento delle vaccinazioni alle strutture sociosanitarie, con particolare attenzione alla grande disabilità pone l’accento Patrizia Baffi, Gruppo Misto, mentre Elisabetta Strada, Lombardi Civici Europeisti ha depositato al termine dell’audizione in Commissione una mozione per chiedere di istituire in Lombardia l’emissione di un «patentino» per le persone vaccinate.

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