Lombardia, zona arancione da lunedì
I nuovi casi sono 4.557. A Bergamo 358

Coronavirus, da lunedì 1° marzo Lombardia zona arancione insieme a Piemonte e Marche. Fontana: «Prendiamo atto della decisione, ma è arrivato il momento che i tecnici e gli scienziati studino e poi ci dicano in modo chiaro e definito come superare questo stillicidio settimanale attraverso regole stabili e sicure».

La Lombardia diventa zona arancione da lunedì primo marzo. Sempre dal 1° marzo entrano in zona arancione anche Piemonte e Marche. La Liguria, invece, passa da zona arancione a zona gialla. La Basilicata passa in zona rossa. Il ministro della Salute Roberto Speranza sta preparando le ordinanze sulla base degli ultimi dati dell’Iss. «Mi ha appena chiamato il ministro della Salute, Roberto Speranza, per comunicare che da lunedì prossimo, 1° marzo, la Lombardia sarà in fascia arancione – ha annunciato il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana –. Prendiamo atto della decisione, ma è arrivato il momento che i tecnici e gli scienziati studino e poi ci dicano in modo chiaro e definito come superare questo stillicidio settimanale attraverso regole stabili e sicure. Le informazioni scientifiche ormai ci sono.

«I cittadini e le imprese – ha proseguito il governatore lombardo – devono essere garantiti nella vita quotidiana con un orizzonte più lungo della verifica settimanale. Hanno necessità di programmare e avere maggiori certezze. Il nuovo Governo può dare un importante segnale di discontinuità su questo tema e - sono certo - avrà al suo fianco le regioni». «Ogni settimana, da mesi - ha aggiunto - il venerdì, tutte le regioni e i cittadini del nostro Paese attendono il responso e l’Ordinanza del ministero della salute, in un inevitabile quadro di oscillazioni di aperture e chiusure per le attività non solo economiche». «Sono mesi che nell’interlocuzione con il Governo – conclude Fontana – insisto su un punto: sappiamo molto bene quali sono i comportamenti non pericolosi e quelli compatibili con le diverse attività sociali ed economiche, a patto di seguire le regole che tutti ci siamo dati. Auspico quindi che si lavori su questo trovando un equilibro tra la necessità di garantire da un lato la sicurezza sanitaria e, dall’altro, la tenuta del sistema economico».

Alle 18,30 di venerdì 26 febbraio è arrivato anche il report regionale. Sono ancora in crescita i dati del contagio in Lombardia con il tasso di positività che saledall’8,2% di ieri al 9,7% odierno. Con 46.725 tamponi effettuati sono infatti 4.557 i nuovi positivi e aumentano sia i ricoverati in terapia intensiva (+9, 416 in totale) che negli altri reparti (+10, 4.034). I decessi sono 48 per un totale di 28.275 morti in regione dall’inizio della pandemia. Per quanto riguarda le province, sempre alti i dati nella città metropolitana di Milano (1.145 di cui 457 a Milano città) e di Brescia (918) seguite da Monza e Brianza (505), Varese (365), Bergamo (358), Como (289), Pavia (220), Lecco (197), Mantova (180), Cremona (149), Sondrio (78) e Lodi (51).

I dati di oggi in Lombardia:

i tamponi effettuati: 46.725 (di cui 34.454 molecolari e 12.271 antigenici) totale complessivo: 6.566.513

i nuovi casi positivi: 4.557 (di cui 186 «debolmente positivi»)

i guariti/dimessi totale complessivo: 505.819 (+1.071), di cui 3.786 dimessi e 502.033 guariti

in terapia intensiva: 416 (+9)

i ricoverati non in terapia intensiva: 4.034 (+10)

i decessi, totale complessivo: 28.275 (+48)

I nuovi casi per provincia:

Milano: 1.145 di cui 457 a Milano città;

Bergamo: 358;

Brescia: 918;

Como: 289;

Cremona: 149;

Lecco: 197;

Lodi: 51;

Mantova: 180;

Monza e Brianza: 505;

Pavia: 220;

Sondrio: 78;

Varese: 365.

L’Rt nazionale sfiora il valore soglia di 1, restando come la scorsa settimana a 0,99. La forbice va dallo 0,93 e 1,03. Si conferma per la quarta settimana consecutiva un peggioramento nel livello generale del rischio. Aumenta il numero di Regioni/Province autonome classificate a rischio alto (da una a cinque: Abruzzo, Lombardia, Marche, Piemonte, Umbria) mentre diminuisce il numero di quelle classificate a rischio moderato o basso: a rilevarlo è la bozza del monitoraggio settimanale Iss-ministero della Salute.

Dieci Regioni/Provincie autonome hanno un Rt puntuale maggiore di 1 di cui una (Basilicata) ha un Rt con il limite inferiore superiore a 1,25 - rileva sempre la bozza del monitoraggio -, compatibile con uno scenario di tipo 3. Delle altre nove, cinque hanno un Rt nel limite inferiore compatibile con uno scenario di tipo 2. Le altre Regioni/Province autonome hanno un Rt compatibile con uno scenario di tipo uno. L’età mediana dei casi di Covid diagnosticati è diminuita a 44 anni, evidenzia la bozza.

Aumenta il numero delle Regioni e delle Province autonome che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva sopra la soglia critica: 8 contro le 5 della settimana precedente. In alcune regioni il numero assoluto dei ricoverati in area critica ed il relativo impatto, uniti all’incidenza «impongono comunque misure restrittive». Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale continua ad essere alto ma sotto la soglia critica (24%). Aumentano i ricoveri in terapia da 2.074 (16/02/2021) a 2.146 (23/02/2021), stabile l’area medica.

«Alla luce dell’aumentata circolazione di alcune varianti virali a maggiore trasmissibilità e del chiaro trend in aumento dell’incidenza su tutto il territorio italiano, sono necessarie ulteriori urgenti misure di mitigazione sul territorio nazionale e puntuali interventi di mitigazione/contenimento nelle aree a maggiore diffusione per evitare un rapido sovraccarico dei servizi sanitari», sottolinea l’Iss nel monitoraggio ribadendo «di innalzare le misure di mitigazione per raggiungere una drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone e della mobilità».

«È fondamentale che la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie e di rimanere a casa il più possibile. Si ricorda che è obbligatorio adottare comportamenti individuali rigorosi e rispettare le misure igienico-sanitarie predisposte relative a distanziamento e uso corretto delle mascherine».

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