«L’Unesco porta alle Mura di Bergamo
pubblicità per 2 milioni di dollari»

Se le fortificazioni veneziane, e con esse le Mura di Bergamo, sono entrate a far parte dei beni Patrimonio dell’Umanità lo si deve anche al lavoro di SiTI (l’Istituto superiore sui Sistemi territoriali per l’innovazione costituito da Politecnico di Torino e Compagnia di San Paolo) che ha seguito il progetto sin dall’inizio e ne ha redatto il dossier di candidatura.

Ingegnere, il tempo per sedersi sugli allori non c’è. Ottenuto il riconoscimento, da dove ripartire? «Dal piano di gestione del sito transnazionale. Bisogna passare alla fase attuativa dei progetti dichiarati, sicuramente il piano andrà incrementato, anche perché insieme all’iscrizione ci hanno dato alcune raccomandazioni che devono essere realizzate entro dicembre 2019. C’è un piano relativo alla capacità di carico turistico che va studiato in maniera sistematica per tutte le componenti del sito».

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C’è già chi sollecita un salto di qualità del sistema ricettivo e una migliore accessibilità della città. «I flussi turistici dovrebbero aumentare abbastanza in fretta, l’Unesco dice che la proclamazione di un nuovo sito equivale a una campagna pubblicitaria da due milioni di dollari. Con le Langhe siamo andati sui giornali di tutto il mondo senza aver fatto una campagna specifica. Oggi tutto il mondo sa già del riconoscimento Unesco ottenuto dalle fortificazioni veneziane. La promozione mediatica è partita e i turisti arriveranno. Ma io credo che più che a un miglioramento quantitativo delle infrastrutture bisognerà lavorare in termini qualitativi, puntando al turismo culturale. Il turista che spende, si ferma a dormire, capisce, conosce è quello che ci interessa di più. Arriveranno in tanti, cerchiamo di lavorare per salvare questa fetta. Bergamo è strutturata, non le serve molto altro, cerchiamo piuttosto di fare arrivare la gente giusta e ricordiamoci che questa operazione non si fa in un anno».

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