Malore al lavoro, muore all’Esselunga
Lunedì pomeriggio l’ultimo saluto a Fabio

Nella parrocchiale l’ultimo saluto a Fabio Piazzalunga, 30 anni, stroncato mentre era al lavoro a Redona, nel supermercato Esselunga.

Saranno celebrati lunedì pomeriggio, alle 15, i funerali di Fabio Piazzalunga, il trentenne di Scanzorosciate stroncato da un malore mentre era al lavoro all’Esselunga di via Corridoni a Bergamo, venerdì sera. La salma è stata composta nella Casa del commiato di via Dante a Seriate. Amici e conoscenti sono ancora increduli per l’improvvisa scomparsa del giovane.

Molti i messaggi comparsi sulla sua bacheca di Facebook: «È stato bellissimo conoscerti Fabio. Ora vivrai come hai sempre voluto col tuo solito sorriso. Che la tua seconda vita abbia inizio»; «Non riesco ancora a crederci che sei volato in cielo. Ricorderò sempre le nostre lunghe chiacchierate che ci siamo fatti. Sei una bella persona»; «Non ci sono parole, vienimi a trovare nei sogni quando ti vieni voglia di un uno contro uno a calcio, come quando eravamo bambini». «Un bravo ragazzo, educato e sempre sorridente ci ha lasciato troppo presto».

E, ancora: «Sono contento di aver avuto la possibilità di conoscerti e l’onore di lavorare con te. Le mie sentite condoglianze ai tuoi famigliari e un sorriso, che è ciò che meglio ti descriverebbe!». Fabio Piazzalunga lascia i genitori Rita e Ugo, la sorella Stefania e la nonna Grazia. La sua scomparsa è stata del tutto improvvisa: attorno alle 19,30 i colleghi di lavoro dell’Esselunga di via Corridoni, a Redona, non avendolo più visto, si sono messi a cercarlo. 

Fino a trovarlo purtroppo senza vita nei servizi igienici riservati ai dipendenti. L’allarme ai soccorsi sono stati immediati: purtroppo per il trentenne non c’è stato nulla da fare. Non essendoci dubbi sulle cause e sulle circostanze della morte del trentenne, la procura non ha fatto eseguire l’autopsia, restituendo subito la salma ai familiari, che ieri hanno così potuto fissare i funerali. Fabio Piazzalunga lavorava all’Esselunga da circa un anno. Anche i colleghi sono rimasti sotto choc per quanto accaduto, visto che il trentenne era benvoluto da tutti e non aveva avuto, venerdì pomeriggio, sintomi del malore che lo avrebbe poi ucciso poche ore dopo.

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