Porta Sant’agostino, urti troppo frequenti
Si studia una fotocellula anti-incidenti

Dopo l’incidente di martedì, allo studio di Palafrizzoni controlli per i mezzi troppo alti. Giovedì arriva la Soprintendenza: episodi troppo frequenti.

La porta monca se ne sta lì, ferita. Giovedì il Soprintendente per i Beni architettonici Giuseppe Napoleone, in una giornata dedicata a Bergamo, le darà un’occhiata, per rendersi conto di persona dei danni provocati all’accesso di Sant’Agostino dal camion con gru che l’ha centrato martedì mattina, verso le 7,30. «Non è mia competenza entrare nel merito della regolamentazione del traffico – commenta –, ma non c’è dubbio che sia indispensabile attuare forme più proprie di tutela della porta». Anche se in stile molto istituzionale, qualche input a Palafrizzoni lo manda: «Questi fatti accadono un po’ troppo spesso: bisogna fare qualcosa, altrimenti ogni anno un pezzo di porta se ne va a quel paese. Speriamo che il Comune disciplini meglio gli accessi a Città Alta».

Qualche deterrente intanto è allo studio. Si tratta dell’ipotesi di installare una fotocellula all’intersezione tra viale Vittorio Emanuele e via Locatelli, dove attualmente sono posizionati il pannello luminoso che indica l’inizio della Ztl (Zona a traffico limitato) e il cartello di divieto di transito per i mezzi pesanti con altezza superiore ai 3,5 metri, una restrizione istituita a suo tempo dall’amministrazione Tentorio proprio per evitare che tir e bus turistici sfregiassero gli archi antichi.

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