Regioni: spostamenti vietati fino al 15
Pandemia, Conte firma il nuovo Dpcm

Il premier Conte ha firmato nella mattinata di venerdì 15 gennaio il nuovo Dpcm con le misure di contrasto all’emergenza Covid. Ecco le principali novità.

Entrerà in vigore il 16 gennaio la nuova stretta per evitare che anche l’Italia finisca nella stessa situazione di Gran Bretagna e Germania, costringendo il governo all’ unica soluzione possibile in quel caso: un nuovo lockdown nazionale.

Via libera al nuovo Dpcm valido dal 16 gennaio dopo che le ultime modifiche che sono state illustrate dall’esecutivo nella riunione con le Regioni, i Comuni e le province nella serata di giovedì 14 gennaio, precedute da una premessa del ministro della Salute Roberto Speranza: «La situazione non può essere sottovalutata, lavoriamo insieme tempestivamente ad anticipare le restrizioni per evitare una nuova, forte ondata» del virus.

Nessun passo indietro, dunque, con il rinnovo di tutte le misure già in vigore a partire dal coprifuoco dalle 22 alle 5 e l’inasprimento delle soglie per accedere alle zone con restrizioni, introdotte con il decreto approvato mercoledì: con Rt 1 o con un livello di rischio «alto» o, ancora, con un’incidenza di 50 casi ogni 100mila abitanti e un rischio moderato, si va in arancione, con Rt a 1,25 in rosso. La Lombardia è sopra questa soglia.

Qualche modifica rispetto alle bozze il governo però l’ha fatta. Il divieto di spostamento tra le regioni, comprese quelle gialle, sarà in vigore fino al 15 febbraio e non più al 5 marzo.

Fino a quella data sarà invece valida la regola che consente una sola volta al giorno ad un massimo di due persone (oltre ai minori di 14 anni conviventi) di andare a trovare parenti o amici nella regione, se questa è in zona gialla, o nel comune se è in zona arancione o rossa. E sempre fino al 5 marzo sarà possibile spostarsi nelle regioni arancioni dai comuni con una popolazione non superiore ai 5mila abitanti, per una distanza non superiore ai 30 km e mai verso i capoluoghi di provincia.

Il governo ha poi confermato il divieto della vendita da asporto per i bar dalle 18. Provvedimento fortemente criticato dalle Regioni: «Non porta vantaggi significativi sul piano della prevenzione e al contrario rischia di rappresentare un ulteriore fattore negativo di tensione sociale ed economica sui territori» ha detto il presidente della Conferenza Stato Regioni Stefano Bonaccini a nome di tutti i governatori. Durante la riunione era stato il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia a rispondere sottolineando che l’esecutivo avrebbe mantenuto la norma per evitare casi di movida, ma palazzo Chigi e il Mise si sarebbero messi al lavoro per «limitare al massimo i divieti» alle sole bevande e alcolici. Nel Dpcm, però, di modifiche non c’è traccia. Sempre Boccia ha garantito, nonostante la crisi di governo, «massima priorità» per i ristori a tutte le attività costrette a fermarsi. Tra queste c’è lo sci: gli impianti non riapriranno almeno fino al 15 febbraio, nonostante alcuni presidenti abbiano chiesto che almeno nelle zone gialle sia consentita l’attività ai soli residenti.

Chiuse anche palestre e piscine - anche se si continua a lavorare per consentire la ripresa almeno agli sport individuali nelle zone gialle - così come cinema e teatri.Tornano invece le crociere ed è confermata l’apertura dei musei, ma solo nelle regioni gialle e solo nei giorni feriali. «È un servizio ai residenti - ha sottolineato il ministro Dario Franceschini - è un primo passo, un segnale di riapertura» per il futuro. Non l’unico. Con il decreto viene infatti introdotta la «zona bianca», in cui le uniche restrizioni sono il distanziamento e l’uso della mascherina. Ma i parametri per entrarci - 3 settimane consecutive di incidenza di 50 casi ogni 100mila abitanti e un rischio basso - fanno sì che ci vorranno mesi prima che una regione possa trovarcisi.

Nelle giornate festive e prefestive sono chiusi i negozi all’interno di mercati, centri, gallerie e parchi commerciali, a eccezione di farmacie, parafarmacie, presidi sanitari, punti vendita di generi alimentari, di prodotti agricoli e florovivaistici, tabacchi, edicole e librerie.

Dal 15 febbraio sono consentite le prove selettive dei concorsi delle pubbliche amministrazioni con la partecipazione di massimo trenta candidati per ogni sessione o sede di prova, previa l’adozione di protocolli adottati dal Dipartimento della funzione pubblica e validati dal Cts. Resta la possibilità per le commissioni di procedere alla correzione delle prove scritte con collegamento da remoto.

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