Rinforzo dell’anticiclone, caldo torrido
Smog, è allarme ozono a Bergamo

Entra nel vivo l’ondata di grande caldo che avrà il picco tra mercoledì e venrdì, poi è previsto l’arrivo di qualche temprale. Ma con il caldo tornano ad alzarsi i livelli di inquinamento, l’ozono a Bergamo ha raggiunto la soglia d’allarme. Tutto quello che c’è da sapere.

Entra nel vivo la terza ondata di grande caldo dell’estate 2019. Saranno tre giorni di fuoco soprattutto in pianura e nelle grandi città con temperature che saliranno fino a sfiorare i 40°C. Da mercoledì 24 almeno fino a venerdì sarà il picco con temperature che in Pianura padana oscilleranno tra i 36 e i 38°C. Una cappa di calore, reso ancora meno sopportabile dall’alto tasso di umidità, che tuttavia dovrebbe smorzarsi nel fine settimana quando è previsto l’arrivo di un fronte di temporali. Ancora, tuttavia, non c’è la certezza.

Dati certi, invece vengono dal lato dell’inquinamento dell’aria. Con il calore sono tornati a salire in modo preoccupante i livelli di ozono nell’aria. Ieri le centraline Arpa hanno rilevato un valore che arriva alla soglia d’allarme a Bergamo e leggermente più bassi in provincia.

A Bergamo si sono registrati 240 μg/m³, a Calusco 206 e a Osio Sotto 184.

Ecco l’informativa che ha diramato L’Arpa sulla criticità dovuta alla presenza di alti valori di ozono nell’aria.

Cos’ è l’ozono
L’ozono è un gas naturale che si forma normalmente nella stratosfera, lo strato dell’atmosfera terrestre che si estende dai 10-15 Km fino a 30 Km circa. La sua presenza qui risulta di fondamentale importanza per la vita sulla terra, in quanto fornisce un eccellente schermo in grado di filtrare le radiazioni ultraviolette (UV), potenzialmente cancerogene.

I gas inquinanti prodotti dall’uomo, tra i quali soprattutto il Freon (usato principalmente come propellente per le bombolette spray) e l’ossido di azoto (NO, prodotto dai motori degli aerei) si propagano nella stratosfera e favoriscono la diminuzione dell’ozono, portando ad un assottigliamento dello strato di ozono stratosferico (“buco dell’ozono”). Nella parte più bassa dell’atmosfera (troposfera) l’ozono è invece dannoso per la salute umana e per la vegetazione; l’ozono in troposfera si trova come inquinante secondario, prodotto dalla reazione dell’ossigeno con il biossido di azoto (NO2) e il contributo dei composti organici volatili (COV), in presenza di forte irraggiamento solare e di elevate temperature. Di conseguenza, le concentrazioni di ozono sono nettamente più elevate nelle ore pomeridiane dei mesi estivi, anche se variano molto in funzione delle condizioni meteorologiche.

Diversamente dagli inquinanti primari, che sono riscontrabili direttamente in prossimità delle sorgenti che li producono, l’ozono, per effetto dei movimenti e dei rimescolamenti delle masse d’aria che trasportano i “precursori” (appunto NO2 e COV), si può formare a distanza di tempo ed in luoghi anche molto lontani dalle fonti di inquinamento primario, e può a sua volta subire fenomeni di trasporto anche notevoli.

Soglie di informazione a di allarme
Il D. Lgs. 155/2010 prevede per l’ozono una soglia di informazione e una di allarme.
La soglia di informazione viene definita come il livello oltre il quale sussiste un rischio per la salute umana in caso di esposizione di breve durata per alcuni gruppi particolarmente sensibili della popolazione nel suo complesso ed il cui raggiungimento impone di assicurare informazioni adeguate e tempestive.

La soglia di allarme invece rappresenta il livello oltre il quale sussiste un rischio per la salute umana in caso di esposizione di breve durata per la popolazione nel suo complesso ed il cui raggiungimento impone di adottare provvedimenti immediati.

Finalità Periodo di mediazione Soglia

Informazione 1 ora 180 microgrammi/m3

Allarme 1 ora1 240 microgrammi/m3

1per l’applicazione dell’art. 10, comma1, deve essere misurato o previsto un superamento per tre ore consecutive da valutarsi sulla base delle rilevazioni condotte sugli ultimi 3 anni di misura. In particolare, il valore obiettivo è pari a 120 microgrammi/m3 come massima media mobile giornaliera calcolata su otto ore. Il valore obiettivo è da non superare per più di 25 giorni per anno civile, come media su tre anni.

Effetti sulla salute

L’ozono troposferico costituisce una componente importante dello smog fotochimico; essendo un forte ossidante, è in grado di attaccare i tessuti dell’apparato respiratorio anche a basse concentrazioni, provocando irritazione agli occhi e alla gola, tosse e riduzione della funzionalità polmonare. La maggior parte di questi effetti sono a breve termine e cessano una volta che gli individui non sono più esposti ad elevati livelli di ozono, ma è noto che possano sussistere anche danni derivati da ripetute esposizioni di breve durata, come l’accelerazione del naturale processo di invecchiamento della funzione polmonare.

Le categorie di persone maggiormente sensibili all’ozono sono le seguenti:

• Bambini: sono il gruppo a più alto rischio per l’esposizione ad ozono, perché essi trascorrono gran parte del periodo estivo all’aperto e sono spesso impegnati in attività fisiche intense. I bambini hanno anche maggiori probabilità di sviluppare fenomeni asmatici o altre malattie respiratorie.

• Soggetti sani che fanno attività fisica all’aperto: adulti in buona salute che fanno attività fisica all’aperto (sia essa sportiva o lavorativa) diventano un gruppo “sensibile” perché sono più esposti all’ozono rispetto alla popolazione meno attiva. L’esercizio fisico infatti può aumentare la frequenza respiratoria e quindi l’introduzione di sostanze inquinanti nei polmoni fino a 10 volte rispetto la situazione di riposo.

• Persone con malattie respiratorie (asma, broncopneumopatie croniche): tali malattie rendono i polmoni più vulnerabili agli effetti dell’ozono. Pertanto gli individui che si trovano in queste condizioni manifestano gli effetti dell’ozono prima e a concentrazioni più basse rispetto agli individui meno sensibili.

• Persone con una particolare suscettibilità all’ozono: la reazione all’ozono è molto diversa da individuo ad individuo, per cui anche soggetti in buona salute possono risultare più suscettibili di altri. Questi individui manifestano infatti danni da ozono in modo più marcato rispetto alla media della popolazione. Vi sono infine alcune evidenze che indicano che gli anziani e/o le persone con malattie cardiache abbiano un’aumentata sensibilità all’ozono.

Danni alla vegetazione

Il problema non è circoscritto alle aree urbane: infatti sia i precursori (NO2 e COV) che l’ozono stesso possono essere trasportati per centinaia di km, cosicché sono soggette all’esposizione anche le grandi zone rurali e forestali, con conseguenti effetti negativi sulla vegetazione. L’ozono (e gli ossidanti fotochimici in genere) provoca una riduzione della crescita delle piante e, ad elevate concentrazioni, clorosi e necrosi delle foglie. Il primo effetto visibile si manifesta sui cloroplasti che, dopo l’esposizione, assumono una colorazione verde chiara e si rompono facilmente, disperdendo la clorofilla nel citoplasma cellulare.

Le specie più sensibili all’ozono sono: il tabacco, gli spinaci, l’erba medica, l’avena, la segale, i fagioli, l’orzo ed il noce; su queste piante è possibile notare la comparsa dei primi sintomi di sofferenza già a concentrazioni di 80 g/m3 di ozono.

Comportamenti raccomandati diretti alla tutela della popolazione

Poiché l’intensità degli effetti dell’ozono cresce con la durata dell’esposizione dell’individuo, la regola principale è quella di limitare l’esposizione e quindi principalmente limitare le attività all’aria aperta nelle ore di maggiore insolazione, generalmente dalle ore 12.00 alle ore 16.00. E’ quindi consigliato di limitare i lavori pesanti o le attività sportive nelle prime ore della mattina o in serata, quando i livelli di ozono saranno diminuiti. Le ore più calde della giornata andrebbero trascorse in ambienti chiusi, avendo l’accortezza di ventilarli nei momenti freschi come la mattina presto o la sera. Anche l’alimentazione nelle giornate di alti livelli di l’ozono ha una grande importanza. Una dieta ricca di sostanze antiossidanti può aiutare ad abbassare la sensibilità di un individuo all’ozono ed è quindi consigliato, in questi periodi, privilegiare cibi che contengano tali sostanze. I cibi ricchi di antiossidanti sono principalmente frutta e verdura di stagione; per esempio la vitamina C è disponibile in pomodori, peperoni, patate, cavoli, broccoli, verdure a foglia verde, agrumi, fragole, meloni. Utile a tale scopo è anche la vitamina E (uova, asparagi, avocado, noci, mandorle, germe di grano, olio di oliva, olio di arachidi, olio di germe di grano, olio di fegato di merluzzo) e il selenio (pollo, fegato, tonno, molluschi, pomodori, broccoli, cavoli, cipolle, funghi, cereali integrali, lievito di birra, germe di grano).

Chiaramente per i soggetti rientranti nelle categorie a rischio, e in generale per le persone anziane e per i bambini, è consigliabile applicare questi suggerimenti anche con livelli di ozono inferiore alla soglia di informazione (180 g/m3).

Comportamenti da adottare per la riduzione dell’inquinamento da Ozono

Le principali azioni atte a ridurre l’inquinamento da ozono devono essere indirizzate verso il contenimento delle emissioni dei suoi precursori, NOx e COV. Gli ossidi di azoto sono emessi nei processi di combustione a temperatura elevata (e quindi anche dai motori dei veicoli e, in assenza del riscaldamento durante l’estate, dai processi industriali che prevedono una combustione). I COV sono a loro volta emessi dal traffico veicolare e delle attività industriali; vengono rilasciati durante la movimentazione dei carburanti e l’uso di solventi e vernici ed anche da sorgenti naturali. Per un rapporto dettagliato sulle emissioni di COV ed NOx, si rimanda all’inventario regionale delle emissioni in Lombardia basato sul database INEMAR e consultabile alla pagina http://www.inemar.eu/xwiki/bin/view/Inemar/.

Anche il singolo può concretamente contribuire a limitare la formazione di Ozono, cercando ad esempio di:
- ridurre l’uso degli autoveicoli privati, soprattutto se diesel, privilegiando l’impiego dei mezzi pubblici;
- utilizzare in modo condiviso l’automobile, per diminuirne i chilometri totali percorsi e quindi le relative emissioni;
- cercare di mantenere una velocità costante, con una guida non aggressiva, mantenendo possibilmente una velocità compresa tra i 70 km/h e i 90 km/h in ambito extraurbano e in autostrada;
- verificare periodicamente gli scarichi dei veicoli soprattutto per quelli non catalizzati e diesel;
- prediligere l’impiego di vernici all’ acqua o ad alto secco;
- ridurre la quantità di smacchiatori e solventi che si usano in casa;
- evitare l’accensione di fuochi e barbecue.

Si consiglia di visitare il sito della Regione Lombardia per ulteriori approfondimenti in materia: www.regione.lombardia.it/wps/portal/istituzionale/HP/DettaglioServizio/servizi-einformazioni/Cittadini/Tutela-ambientale/Qualita-della-aria/piano-d-azione-per-l-ozono/piano-dazione-per-l-ozono

Dati rilevati

Per conoscere l’andamento dell’ozono e i dati monitorati quotidianamente dalla Rete regionale di rilevamento della qualità dell’aria è possibile selezionare la mappa relativa all’O3 e la mappa relativa all’O3 max media mobile su 8 ore selezionando le opportune label nella pagina http://www.arpalombardia.it/sites/QAria/_layouts/15/QAria/IDati.aspx?v=2

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