Saldi nella Bergamasca dal 7 gennaio
«Crisi riduce la spesa e aumenta gli sconti»

Il 7 gennaio parte la Lombardia con i saldi. Le promozioni si avviano nelle regioni in ordine sparso, con due effetti: da un lato riduce la spesa dei consumatori mentre dall’altro fa aumentare gli sconti.

Il 7 gennaio la corsa all’acquisto scatta in Lombardia - e quindi nella Bergamasca -, Piemonte, Puglia, Friuli-Venezia Giulia e Sicilia, dopo la partenza ufficiale del 2 gennaio in Basilicata, Molise e Valle d’Aosta, ma la spesa degli italiani a caccia dell’occasione sarà in netto calo rispetto allo scorso anno. Confcommercio stima in media 254 euro di «shopping», pari a 70 euro in meno dell’anno scorso.

«Sono saldi che partono a singhiozzo lungo tutto il mese di gennaio all’insegna della difficoltà dei consumatori, che hanno più voglia di acquisti ma meno soldi in tasca, e dei commercianti che devono far fronte alla diminuzione delle vendite in stagione, alle restrizioni dei decreti, alle limitazioni degli spostamenti, al venir meno delle occasioni d’incontro, ad un eccessivo utilizzo dello smart working, all’assenza dello shopping di turisti stranieri extra Ue che spendevano nella moda mediamente 861 euro a persona», spiega il segretario generale di Federazione Moda Italia-Confcommercio, Massimo Torti.

Inoltre il Covid e il conseguente lockdown hanno cambiato le modalità di acquisto degli italiani, infatti risulta in «grandissimo» aumento la percentuale di consumatori che acquisteranno in saldo online a discapito dei negozi tradizionali: 48% nei negozi fisici, il 35% online, secondo l’indagine di Confcommercio-Imprese, in cui si sottolinea che rispetto al 2020 la scelta dello shopping sul web sale del 13,7% mentre la spesa nei negozi scende dell’8,1%. Ma sia online che nei negozi gli italiani acquisteranno in saldo prevalentemente capi di abbigliamento (il 96,6%), seguiti da calzature (l’89,3%), sciarpe e guanti (il 33%) e biancheria intima (25,5%).

E i clienti potranno beneficiare anche di sconti mai visti prima. «I commercianti, in crisi quanto i consumatori, hanno deciso di alzare gli sconti praticati come non era mai accaduto», spiega Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori (Unc). Il record della convenienza, secondo una ricerca della stessa Unc, spetta agli indumenti, che con -26,8% rappresentano la voce più scontata, l’abbigliamento segnerà una riduzione dei prezzi del 24,5% contro il 22,5% dell’anno scorso, mentre le calzature vedranno un ribasso del 24,7%, rispetto al 23% di gennaio scorso. Nel complesso, per abbigliamento e calzature lo sconto sarà del 24,6%, ben superiore al 22,7% dello scorso anno, sottolinea l’associazione dei consumatori.

«Ma sono saldi anche del buon auspicio per l’economia, perché generano un importante volano d’affari», afferma Torti, avvertendo però che «il dettaglio moda è un settore in drammatica sofferenza» a causa della pandemia e servono «indennizzi» per superare l’emergenza. «Chiediamo ascolto al Governo perché indennizzi subito il settore prima che sia troppo tardi e peggiori la situazione per tutta la filiera», dice il segretario generale di Federmoda, spiegando quindi che sono «indispensabili contributi a fondo perduto, parametrati sull’effettivo calo dei fatturati», considerando, «tra l’altro, che i negozi di moda sono stati tra i pochi esercizi commerciali condannati alla chiusura perché non essenziali».

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