Sci, slitta ancora la data di apertura
«Piste pronte, per ora non rinunciamo»

Niente partenza da lunedì, nel nuovo Dpcm lo stop fino al 15 febbraio. È il quarto via che viene annullato. I gestori degli impianti avanti con club e gare, ma qualcuno si ferma: inutile continuare a spendere senza certezze.

Niente da fare. Anche la quarta data fissata dal Governo per l’avvio della stagione sciistica - il prossimo lunedì 18 gennaio - con ogni probabilità slitterà di nuovo. Con tanta rabbia e delusione degli impiantisti, e grande preoccupazione per tutta la filiera legata alla montagna d’inverno: alberghi, ristorazione, negozi specializzati, affitti, maestri di sci. Le linee guida per la riapertura in sicurezza, modificate dalle Regioni - dopo la richiesta del Comitato tecnico scientifico - non hanno ancora avuto il via libera dallo stesso Cts. Lunedì, secondo l’ultima ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza, gli impianti avrebbero potuto riaprire, solo però nelle regioni in zona gialla. Ma la Lombardia, stando all’indice Rt, rischia di tornare addirittura rossa. Dunque, nessuna apertura. E nel nuovo Dpcm la riapertura non dovrebbe essere prevista prima del 15 febbraio; in pratica la stagione si ridurrebbe a poco più di un mese.

Si scia forse in Alto Adige

Ciò nonostante, l’Alto Adige, da lunedì,sembra comunque intenzionato ad aprire le seggiovie, anche solo per i residenti. «Non ci resta che aspettare e vedere cosa succederà - dice Massimo Fossati, amministratore del comprensorio di Valtorta-Piani di Bobbio e presidente regionale dell’Associazione esercenti funiviari (Anef) - . Tutti sperano comunque di aprire ancora con una data adeguata, anche se buona parte del fatturato ormai se n’è andato. E questo dopo che tutte le stazioni sci hanno investito per la sicurezza e la prevenzione».

Gli impianti di risalita al monte Pora, a Castione della Presolana, girano solo per gli agonisti. «Siamo ormai al quarto rinvio - dice Maurizio Seletti, amministratore della società Irta - . Quello che più fa arrabbiare è la continua incertezza: per poter garantire l’apertura teniamo pronte le piste, ma questo comporta dei costi. Costi che si potrebbero evitare se, con sincerità, ci dicessero cosa vogliono fare. Ora, per tutti, serve una decisione drastica: o decide il Governo oppure dovremo prendere una decisione noi. Non possiamo arrivare ad aprile con questi continui rinvii».

Anche a Colere gli impianti girano per eventi agonistici, come quello in programma questo fine settimana, una competizione nazionale di snowboard cross.

«Da lunedì poi chiudiamo - dice Silvio Rossi, della società di gestione - e non toccheremo più le piste finché non sapremo qualcosa di certo. Il rammarico maggiore è il modo in cui è stata trattata la montagna, come fosse un hobby, un passatempo di lusso. Non è possibile arrivare a due-tre giorni prima della prevista apertura e fare di nuovo marcia indietro».

«Questa emergenza sanitaria - continua Rossi - non l’ha creata la montagna. Ora il problema, in Lombardia, è la città di Milano. È illogico chiudere la montagna, piuttosto lascino che la gente vada pure nelle seconde case. Quest’estate i villeggianti c’erano, nessun focolaio si è creato e oggi la Val di Scalve è Covid free. Servirebbero, piuttosto, chiusure differenziate. Non ha senso trattare i nostri paesi come Milano. Peraltro, noi, nei fine settimana, abbiamo i parcheggi pieni. Gente che va comunque con gli sci, con le ciaspole. Ha senso tenere chiusi gli impianti?».

«Si gira senza guadagni»

Una data ultima oltre la quale non avrà più motivo aprire, nessuno la dice. Alcune stazioni, come Foppolo, continueranno a girare per gli sci club, ma evidentemente senza guadagni. «Siamo pronti ad aprire, anche a fine febbraio», dicono dalla gestione. Altre stazioni resteranno ferme.

«Da domenica apriremo Piazzatorre agli sci club, nei fine settimana - dice il gestore Stefano Dentella -. Mentre resteranno fermi gli impianti di Val Carisole, in attesa di capire se ci sarà una nuova data di riapertura». «Noi saremo comunque pronti ad aprire quando avremo finalmente una data certa - dice Omar Semperboni, della Nuova Lizzola di Valbondione -. Vogliamo rispettare la fiducia che ci hanno dato i clienti, terremo le piste pronte» .

Prosegue con gli sci club anche la stazione di Spiazzi di Gromo. «Andiamo avanti - dice Alessandro Testa - nella speranza prima o poi di aprire a tutti. Anche perché ho poca fiducia che possano arrivare di ristori».

«Il rischio che salti l’intera stagione è più che mai reale, purtroppo», è l’amara confessione di Valeria Ghezzi, presidente dell’Anef. «E questa - aggiunge - è una vera tragedia perché per noi c’è anche il dopo. La nostra ripartenza sarà solo il prossimo Natale. Si tratta di una débacle senza precedenti per tutti i lavoratori. E parliamo di famiglie intere».

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