Sì a bob e ciaspole: «Ma danni enormi»
Resta il dubbio sulle piste da sci di fondo

Primi scialpinisti, gli operatori turistici: «Ben vengano le alternative alle discese ma porteranno poca economia. Nelle chiusure il governo ha usato due pesi e due misure». Incognita sulle strutture da «nordico».

Neve, neve e ancora neve. A 1.600 metri di Foppolo, ieri sera, l’accumulo di manto bianco era ormai oltre il metro e mezzo. Ed erano ancora previsti fiocchi.

«Manna» dal cielo se non fosse che, per decreto ministeriale, gli impianti di risalita resteranno chiusi (tranne che agli sci club) fino all’Epifania. Seggiovie ferme, ma non certo gli amanti della montagna d’inverno: così fin da ieri si sono mossi, nonostante il tempo «da lupi», i primi scialpinisti, pizzicati da qualche webcam alle Torcole di Piazzatorre. Sport individuale, peraltro, quindi consentito. Con l’avvertenza, però, che il pericolo valanghe ieri era ancora marcato.

Sciatore classico fermo ancora un mese. Così nelle nostre stazioni si attendono quanto meno scialpinisti, fondisti, ciaspolatori, appassionati di bob e slitte, pattinatori (le piste all’aperto possono aprire), quindi famiglie con bimbi al seguito. Insomma la montagna alternativa alle discese su pista che, però – avvertono subito gli operatori – portano purtroppo, almeno dalle nostre parti, un indotto di fatto irrisorio, neppure minimamente paragonabile al movimento creato dalle seggiovie. Anche le piste da fondo sono pronte ad aprire, a Roncobello, Oltre il Colle, Schilpario, Gromo, ma ancora con è chiaro se solo ai tesserati o a tutti.

«Già persi gli stranieri»

«Meglio che non avere proprio nessuno – dice Ilaria Invernizzi dell’hotel Adler di Foppolo – ma rappresentano forse nemmeno un decimo della possibile clientela. Vista la neve in gran quantità qualcuno inizia a chiamare: qualche famiglia ci sarà, andranno con bob o ciaspole, si cercherà di vivere questo periodo in modo diverso. E avremo gli sci club dal 19 dicembre. Cerchiamo di essere ottimisti, poi dal 7 gennaio avremo la neve garantita per il resto della stagione». «Lo sci resta trainante - aggiunge Gianmaria Veronese, albergatore al K2 di Foppolo e consigliere comunale -. Perché lo scialpinista arriva ma se ne va subito. Certo, se avessimo saputo mesi fa di questa situazione, ci si poteva organizzare diversamente, ma ormai regna l’incertezza. Già noi avevamo messo in conto di perdere tutti gli stranieri che solitamente vengono a gennaio e febbraio con le settimane bianche: causa Covid e voli aerei fermi, non arriveranno. Lo stop durante il Natale è per noi un danno enorme».

«Leggiamo ogni giorno di gente che critica la volontà delle regioni alpine di voler aprire gli impianti di risalita – prosegue Veronese –. La motivazione più comune è quella che lo sci è un lusso che non ci si può permettere con centinaia di morti al giorno. Siamo d’accordissimo su questo, ma rimaniamo comunque amareggiati nel vedere che esistono due pesi e due misure nel valutare le questioni. Se lo sci è un lusso, allora riteniamo che anche fare shopping nei centri commerciali lo sia allo stesso modo. Quindi, o chiudiamo tutto il Paese, o, dopo tutto quello che abbiamo investito per adeguarci ai protocolli sanitari, chiediamo di aprire tutti, ovviamente rispettando le regole».

«Perché vendere un vestito in un centro commerciale è considerato “sostenere l’economia“  – continua Veronese – mentre vendere uno skipass giornaliero una scelleratezza? Il nostro prodotto è la montagna e riteniamo di poterlo proporre in sicurezza. Ci sono migliaia di famiglie che vivono di questo e che si troveranno in serissima difficoltà economica. Cosa farà lo Stato per queste persone che perderanno l’80-90% del fatturato?».

Pochi scialpinisti

Anche in Val Seriana si attendono gli sci club sugli impianti di risalita, chiusi, invece, a tutti gli appassionati non tesserati Fisi.

Chi, invece, ha messo già gli sci sono gli scialpinisti. Niente folla, naturalmente, per ora alle destinazioni più note. Anche agli Spiazzi di Gromo, dove le serate in rifugio per scialpinisti e ciaspolatori sono sempre state una grande attrazione, sono pochi gli appassionati avvistati. «Sono pochissime le persone che in questi giorni sono salite con gli sci d’alpinismo, abbiamo intravisto gente del luogo che si allenava – riferisce Alessandro Testa degli Spiazzi –. Ancor meno numerosi i ciaspolatori. Complice forse anche il maltempo che ha scoraggiato la gente, oltre al divieto di varcare i confini comunali». Agli Spiazzi i primi atleti hanno iniziato ieri e proseguiranno oggi gli allenamenti dello sci club lungo l’anello di fondo.

Agli uffici turistici per ora è arrivata qualche richiesta di luoghi dove portare i bimbi con il bob, e i primi contatti di turisti o proprietari di seconde case che stanno iniziando a valutare cosa fare quando la Lombardia diventerà zona gialla.

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