«Siamo in tempo per invertire rotta»
Locatelli: essenziali le regole

«Non ritengo vi siano elementi che possano indirizzarci a prevedere un prossimo, nuovo lockdown, tantomeno un lockdown da realizzarsi in un tempo così definito, ma ancora relativamente lontano, quale le festività natalizie».

Così Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità e componente del Comitato tecnico scientifico (Cts), in un’intervista al Corriere della Sera. «Siamo ancora in tempo per invertire la marcia - rileva Locatelli - «certamente in tempo, ma dipende da come i singoli cittadini e, insieme, come Paese, siamo disposti a fare, perché questo possa avvenire. È quindi fondamentale che tutti, nessuno escluso, facciano quanto è nelle proprie possibilità per limitare la diffusione del virus. Non ci possiamo proprio più permettere deviazioni dalle buone regole».

«La ripresa della curva epidemica coinvolge tutte le regioni, con maggior concentrazione in alcune. Guardiamo ad esempio Lombardia, Campania e Piemonte. Sono numerosi i focolai sparsi nel Paese - dice -: è prioritario identificarli e interrompere le catene di trasmissione. È chiaro che quanto più elevato è il numero di focolai e la dimensione numerica dei nuovi casi, tanto più impegnativo o addirittura impossibile diventa il compito dei dipartimenti di prevenzione».

«I mezzi di trasporto, soprattutto in alcune ore del giorno, certamente rappresentano un potenziale luogo dove possono formarsi assembramenti, da evitarsi nel modo più assoluto - prosegue - non sono disponibili dati che possano far ricondurre la modifica del trend della curva dei contagi al loro utilizzo né, tantomeno, sono stati segnalati focolai. Sono serviti a far ripartire la scuola che è fondamentale rimanga aperta: la trasmissione intra-scolastica rimane una dinamica di trasmissione molto limitata. Un ruolo chiave nelle grandi metropoli è quello dei city mobility manager, che possono trovare soluzioni per incrementare corse e mezzi».

Le sei persone a cena è «la cosiddetta “regola del 6” non è una legge ma una raccomandazione che, pur in assenza di un’indiscutibile evidenza scientifica, è fondata su un principio ispiratore improntato a massima precauzione e strettamente connesso alla logica di evitare assembramenti in luoghi chiusi».

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