Traffico di rifiuti, per Pierluca Locatelli
arriva la condanna definitiva

La sentenza della Cassazione: definitiva la condanna a sei anni, per la moglie 4 anni e mezzo. Lo sfogo su Facebook: «Grazie a chi ha sparlato di me».

Il ricorso delle difese è stato dichiarato inammissibile dalla Cassazione e dunque la prescrizione, intervenuta a febbraio, non può scattare. Da giovedì 25 ottobre è così definitiva la condanna a sei anni che Pierluca Locatelli aveva rimediato in appello per traffico illecito di rifiuti e frode in pubbliche forniture riguardo alla tangenziale bresciana di Orzivecchi. Una condanna che gli spalancherà le porte del carcere, come lui ha fatto capire agli amici attraverso i social. «Galera per me e non solo, raccomando ai ragazzi che lavorano con i miei figli di aiutarli. State uniti e lottate insieme, portate avanti i cantieri e siate fedeli. Da parte mia una certezza: non ho inquinato da nessuna parte e la coscienza è pulita!», sono le amare parole che ha postato dopo la sentenza l’imprenditore di Grumello del Monte.

Inammissibili anche i ricorsi per gli altri imputati, pure essi da ieri sera alle prese con condanne definitive: 4 anni e mezzo per Orietta Rocca, moglie di Locatelli e all’epoca legale rappresentante della Origini Srl (impresa partecipante all’Ati vincitrice dell’appalto), anche lei col serio rischio di finire in cella, essendo la pena superiore ai 4 anni; e i collaboratori Andrea Fusco, Giovanni Battista Pagani, Bartolomeo Gregori e Angelo Suardi, che avevano rimediato tre anni solo per il traffico illecito (assolti dalla frode).

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