«Uno sconosciuto mi ha donato
il suo cuore e ridato la vita»

Un nostro lettore, Mario Petrò, in una lettera esprime un’immensa gratitudine per un gesto (la donazione) che gli ha cambiato la vita.

Ottobre 2016-ottobre 2017. È passato un anno. Un anno da quando la mia vita è cambiata per sempre. Uno sconosciuto mi ha regalato il suo cuore e io gliene sarò grato per tutta la vita. Spettabile redazione, ricordo alla perfezione gli sguardi e i gesti dei medici e degli infermieri che mi hanno accompagnato in questa avventura: persone splendide che lavorano con amore in un’ Italia troppo spesso sommersa dalle polemiche e che invece, quando vuole, funziona alla grande.

Ci sono dei momenti in cui un paziente è tutt’ altro che paziente. Entrano in gioco paura, sofferenza, senso di impotenza. Ed è proprio in quei momenti che avere accanto professionisti di valore e amici veri fa la differenza. In tutta questa vicenda mi sono sentito fortunato per l’ amore di mia moglie, dei mie figli, dei miei amici e dei colleghi della Vanoncini. Grazie infinite allo staff Trapianti reparto cardiochirurgia di Bergamo. Grazie al dottor Gavazzi, al dottor De Filippo, al dottore Duino, al dottor Senni, al dottor Fiocchi, alla dottoressa Vittori, alla dottoressa Fontana, alla dottoressa Sebastiani, al dottor Innocenti e al dottor Terzi.Grazie anche a tutto il personale infermieristico della Torre 5 dell’ ospedale Papa Giovanni XXIII.

Soprattutto grazie al donatore che mi ha ridato la vita. Quando penso a lui penso sempre a una frase della commedia Cyrano de Bergerac: «Per la tua felicità darei in cambio la mia, quand’ anche tu non lo sapessi mai; così, soltanto per sentirti ridere qualche volta, da lontano, di quella gioia data dal mio sacrificio». La vita può essere molto bella, oggi ne ho ancora più consapevolezza.

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