Corteo contro la violenza sulle donne il 23
A Bergamo in 9 mesi 474 richieste d’aiuto

La manifestazione si svolgerà giovedì 23 novembre a partire dal piazzale della stazione ferroviaria a partire dalle 17.30.

Nei primi nove mesi di quest’anno, a Bergamo e in provincia 474 donne si sono rivolte ai centri antiviolenza. In vista della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne del 25 novembre, quindici associazioni del territorio provinciale, i tre sindacati confederali e le istituzioni locali organizzano anche a Bergamo un’iniziativa di mobilitazione per rivendicare, finalmente azioni concrete e per dire “Basta parole” sulla violenza di genere.

L’appuntamento è per giovedì 23 novembre (e non per il 25, per permettere ai cittadini e alle cittadine di partecipare alla grande manifestazione che si terrà a Roma sabato): si terrà un presidio a partire dalle 17.30 nel Piazzale della Stazione di Bergamo. Martedì 21 novembre, in una conferenza stampa tenuta nello Spazio Viterbi della Provincia di Bergamo è stata illustrata l’iniziativa da Luisella Gagni per conto di CGIL, CISL e UIL, Federica Poli per Non una di meno Bergamo, Oliana Maccarini in rappresentanza dei centri anti-violenza e, per conto delle istituzioni, Isabel Perletti, consigliera di parità della Provincia di Bergamo.

Aderiscono all’iniziativa: Adesso donne 3.0; Aied Bergamo; Arcilesbica XX Bergamo; Associazione Aiuto Donna Uscire dalla Violenza; Associazione Dòne de Térem; Associazione Fiordiloto contro la violenza e maltrattamento alle donne; Casa delle donne Treviglio; Centro antiviolenza sportello donna Sirio Treviglio; CGIL-CISL-UIL; Commissione Pari Opportunità Provincia di Bergamo; Conferenza provinciale donne PD Bergamo; Consigliera di Parità Provincia di Bergamo; Consiglio delle donne Comune di Bergamo; Donne in nero; Donne per Bergamo; Fuori dal coro; I.F.E. Italia iniziativa femminista europea; Non una di meno Bergamo; Politeia; UDI - Unione Donne in Italia.

«SIAMO STANCHE DI PAROLE»
Vogliamo concretezza: un lavoro serio, continuato ed incisivo sul tema da parte delle Istituzioni.
LA VIOLENZA DI GENERE È UN PROBLEMA DI TUTTA LA SOCIETÀ
Il fenomeno è strutturale, investe tutti i settori della società e il femminicidio è solo la punta di un iceberg.
È NECESSARIO UN NUOVO LINGUAGGIO
Basta con le parole sessiste, che discriminano e rappresentano le donne come oggetti o come vittime compiacenti e passive. Non esistono “delitti passionali” né “raptus di follia”, la violenza è un fenomeno sociale e come tale va raccontato.
BISOGNA PARTIRE DALLA FORMAZIONE
L’educazione alle differenze deve diventare strumento fondamentale per il superamento degli stereotipi e della cultura della violenza. La scuola pubblica è lo spazio in cui insegnare il rispetto e un nuovo modo di intendere il femminile e il maschile.
L’AUTONOMIA È FONDAMENTALE
Quella dei centri antiviolenza, luoghi di trasformazione culturale e di supporto per le donne maltrattate, e quella delle donne stesse, che devono essere libere di decidere del proprio corpo, del proprio tempo e della propria sessualità.
VOGLIAMO DIRITTI
Chiediamo l’applicazione piena della Convenzione di Istanbul, documento europeo che tutela le donne dalla violenza e dal sopruso maschile, e di tutte le leggi che già esistono per supportare e proteggere le donne maltrattate.

© RIPRODUZIONE RISERVATA